La Consulta: “Riordino delle province incostituzionale”. Piacenza è salva

La Provincia di Piacenza è salva. Lo dice a chiare lettere la Consulta che ha preso in esame 17 ricorsi presentati dalle Regioni interessate al cosiddetto riordino. Una manovra messa in moto dal Governo Monti che, in nome della spending review, aveva dichiarato l’intenzione di diminuire il numero degli enti provinciali, annullandone alcuni che di fatto sarebbero stati accorpati ad altre amministrazioni. Piacenza sarebbe stata tra quelle “cancellate” in quanto inferiore ai 350mila abitanti e ai 2.500 chilometri di estensione. Ma in queste ore è giunta la sentenza della Consulta che giudica la riforma “incostituzionale”: nello specifico il riordino violerebbe gli articoli 117, secondo comma, e 133, primo comma, della Costituzione. Il decreto legge in questione, destinato a fronteggiare casi di necessità e urgenza straordinarie – spiega la Consulta – non da diritto a realizzare “una riforma organica e di sistema” come quella prevista dalla riforma Monti.

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Non ho mai avuto dubbi sull’incostituzionalità del decreto Monti – spiega il presidente della Provincia Massimo Trespidi – e anzi con questa decisione della Consulta si coglie anche la gravità di ciò che ha fatto il Governo Tecnico: Monti ha tentato di giustificare con la necessità dell’urgenza motivazioni economiche, parlando di risparmio. La Consulta ha invece risposto, e dimostrato, che questa urgenza non c’é. E’ grave che un Governo che giura fedeltà alla Costituzione sia poi il primo a violarla”.

“La riforma organica dello Stato va fatta – continua Trespidi – ma non ricorrendo alla demagogia. E’ necessario garantire il governo del territorio e, se si vuole tagliare, sono ben altri gli enti inutili, non certo le Province”.