Crisi: Un’opportunità di cambiamento, di trasformazione e sviluppo

   Un uomo non può pensare in maniera più profonda di quanto il suo vocabolario gli permetta. È questa una delle ragioni per le quali le parole che apprendiamo ma, soprattutto che utilizziamo, influenzano in larga misura i nostri pensieri e, quindi, le nostre azioni. La psicologia lo insegna (e l’esperienza ce lo conferma) che se vogliamo modificare il nostro stato d’animo dobbiamo modificare il nostro linguaggio.

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PAROLE E PENSIERI POSSONO CAMBIARE IL MONDO 

 

IMPARIAMO A CAMBIARE LE PAROLE PER CAMBIARE LA NOSTRA REALTA’.

Se vogliamo sentirci allegri, usiamo parole liete; se vogliamo sentirci bene (anche fisicamente) usiamo parole positive.  Se, invece, ogni volta che qualcuno ci chiede:

Come va? Come stai? rispondiamo, scuotendo la testa, «Male», «Meglio non parlarne» e simili, come possiamo sentirci fiduciosi nel futuro e trasmettere serenità? E, più di ogni altra cosa, come possiamo fare scelte capaci di migliorare le cose, piuttosto che semplicemente “tirare avanti”?

Applichiamo questo concetto alla parola “crisi”. Quante volte l’abbiamo sentita e quante volte l’abbiamo pronunciata nel corso degli ultimi anni? Probabilmente il suo uso è entrato nel Guinness dei primati!

C’è poi da stupirsi se individualmente e collettivamente (generalmente parlando) andiamo in giro con le spalle curve e il capo chino? C’è qualcosa di strano se ci sentiamo oppressi e sfiduciati?

 

 Un cambiamento nella percezione della parola “crisi”  potrebbe sicuramente aiutarci a cambiare, non solo il nostro stato d’animo, ma anche la nostra situazione economica. Cominciamo ricordandoci come, in giapponese, tale vocabolo sia formato da due

ideogrammi: “pericolo” ed “opportunità”.

 

Ogni crisi (crisi dell’adolescenza, crisi familiare, crisi religiosa, crisi economica) è composta da uno o più pericoli, ma anche da grandi opportunità. Già qui troviamo motivo di concentrarci sulla seconda parte dell’ideogramma piuttosto che sulla prima.

Ma senza scomodare i nipponici, pensiamo all’etimologia della parola crisi: dal latino crisis, proveniente dal greco krísis, a sua volta derivato da kríno, cioè “io giudico”; kríno è affine a “cernere”, ovvero “scegliere, vagliare”. Se il verbo cernere è oggi poco usato, è invece comune nei composti: decernere = decidere; excernere = vagliare; discernere = vedere distintamente.

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Tutto questo ci dice che la crisi è nostra alleata e amica perché ci consente di giudicare cosa era giusto e cosa era sbagliato in ciò che abbiamo fatto fino a questo momento; ci permette di vedere chiaramente le cose come sono, di valutare e vagliare le diverse opportunità.  In tal senso un momento di crisi cioè di riflessione, di valutazione, di discernimento, può trasformarsi nel presupposto necessario per un miglioramento, per una rinascita, per un rifiorire prossimo. Vi sembra, il mio, un pensiero troppo semplicistico e poco “accreditato”? Sentite, allora, cosa disse – nel lontano 1955 – un uomo come Albert Einstein:

 

 

La crisi può dunque trasformarsi in una grande opportunità.

Il perdurare della crisi può spingere l’uomo ad un alto livello di creatività.

Se decidiamo di modificare, mettere in discussione, rivedere … allora siamo in una fase di recupero di competenza, quella che ci serve per portarci a un livello di gioco superiore, nel grande gioco della vita che stiamo vivendo!

Sta solo a noi decidere se vogliamo Vivere, oppure se continuare a sopravvivere.

A seconda della scelta che l’uomo compie può vedere ciò che lo circonda in un modo differente.

Parafrasando ancora Albert Eistein …

“Ci sono due modi di vedere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo.”

E’ un po’ come indossare un paio di occhiali nuovi

che ci permettono di vedere tutto ciò che ci circonda in un modo differente, di comprendere che i nostri pensieri, le nostre credenze e convinzioni influenzano la nostra realtà, che i piccoli o grandi conflitti che ci vedono coinvolti possono essere risolti e trasformati, che possiamo veramente iniziare a vivere in un modo differente e migliore rispetto a quello in cui abbiamo vissuto sino ad oggi.

Chi compie la scelta di vedere un Universo “Benevolo”  in tutto ciò che lo circonda, nelle persone che incontra e nelle situazioni che gli si presentano, anziché, ad esempio, vedere problemi vedrà opportunità, anziché malattie vedrà dei sintomi.