“I parlamentari piacentini ripresenteranno alla Camera tutti gli emendamenti, ma è bene sapere che verranno tutti respinti perché il governo porrà la fiducia sul testo uscito dal Senato volendolo convertire al più presto così da evitare che lo spread superi i 500 punti”. Ne è convinto il deputato piacentino del Pdl Tommaso Foti che questa mattina, in conferenza stampa, è tornato a dire la sua sul decreto che riordina i territori e che di fatto, così com’è attualmente, obbliga la Provincia di Piacenza all’accorpamento con Parma. Foti ha dipinto lo scenario futuro: “Nelle prossime 72 ore il Senato prenderà una decisione definita. In quel ramo del Parlamento non ci sono piacentini, magari amici che sosterranno anche la nostra causa, ma che dovranno essere contemperati con gli interessi di altri territori”. Una tattica che secondo Foti pagherebbe poco: gli amici sono Giampaolo Bettamio e Filippo Berselli; e far passare il criterio di storicità della Provincia con due esponenti che vantano trascorsi politici nel “riminese” (che non potrebbe avanzare le stesse prerogative) equivarrebbe a un buco nell’acqua. “Sono dell’avviso – prosegue Foti – che il Senato non toccherà il testo nei punti essenziali, compresi i due criteri del numero degli abitanti (350mila) e della superficie (2500 chilometri quadrati). Tutt’al più, per salvare la nostra Provincia, bisognerebbe sostenere l’alternatività di uno dei due requisiti. Ma se ciò non dovesse accadere il Senato dovrebbe limitarsi a prorogare i termini per l’applicazione della norma dando più tempo ai Cal per pronunciarsi, magari al 30 settembre”.
Per Foti il destino della nostra provincia sembra ormai segnato, ma la exit strategy potrebbe essere rappresentata dall’indizione di un referendum per essere annessi alla Lombardia. I tempi stringono e già giovedì sulla carta il decreto potrebbe essere convertito in legge. “Se non si vuole essere accorpati alla provincia di Parma, non rimane che rivolgersi alla sponda lombarda. Con Lodi potremmo anche essere capoluogo di provincia visto che abbiamo un maggior numero di abitanti. Sarebbe un modo per salvare la Provincia senza colpo ferire”. La delibera di indizione del referendum dovrebbe però arrivare dall’ante Provincia. Al più presto.