Spiazzato dalla decisione di Rifondazione Comunista di uscire dalla maggioranza in consiglio comunale, Roberto Bassi, del direttivo provinciale di Sel, non nasconde lo stupore per una scelta fatta, a suo parere, in “tempi sospetti”, perchè avvenuta proprio una settimana prima delle elezioni regionali.
“In quanto partito facente parte della lista Sinistra per Piacenza, Sel avvierà una riflessione interna, ma è fuori di dubbio che una presa di posizione non sarà resa pubblica prima del 23 novembre, giorno delle elezioni regionali”.
Sul banco c’è anche la permanenza o meno in giunta dell’assessore Luigi Rabuffi che questa mattina ha dichiarato: “Sono pronto a dimettermi qualora la decisione di Rifondazione di uscire dalla maggioranza dovesse essere confermata anche dagli altri partiti che compongono la lista Sinistra per Piacenza”.
“Come Sinistra, ecologia e libertà, apprezzando il lavoro fin qui svolto da Carlo Pallavicini e Rabuffi , eletti nella lista di Sinistra per Piacenza – ha continuato Bassi – chiederemo direttamente a loro cosa ne pensano della decisione presa da Rifondazione. Speriamo che il lavoro di queste persone non vada perso e che soprattutto il lavoro dell’assessorato possa continuare”.
Intanto, sul fronte regionale, la rottura tra Sel e Prc si è già da tempo consumata. A settembre Nando Mainardi, ex segretario regionale di Prc definiva “non praticabile il confronto con il Pd”, aprendo la strada alla nascita della lista regionale L’altra Emilia, mentre al contempo Sel sceglieva la strada della consultazione elettorale per decidere se schierarsi in coalizione con i democratici.
"Non abbiamo fatto calare decisioni dall’alto, spiega Bassi, ma preferito seguire un percorso democratico, facendo scegliere gli elettori attraverso un “referendum” libero e aperto a tutti. “Il 65% di coloro che hanno partecipato alle votazioni ha espresso parere favorevole sulla continuazione dell’esperienza con il Pd già avviata in Regione nella precedente legislatura e noi abbiamo rispettato la loro decisione”.
A Piacenza questa mattina, nel frattempo, è arrivato Marco Furfaro, trentaquatrenne membro del coordinamento nazionale di Sel che ha sfiorato il seggio all’Europarlamento con la lista Tsipras, mancandolo solo dopo l’inopinata decisione di Barbara Spinelli di non rinunciare allo stesso ruolo.
Ha voluto portare il proprio sostegno ai candidati al consiglio regionale di Sel, ma anche accettato di rispondere alla domanda sul travagliato rapporto tra Sel e Pd: “In un periodo di crisi, per chi fa politica è sempre facile mettersi da una parte e giudicare gli altri dalla propria torre d’avorio. Più difficile stare nei processi e nelle contraddizioni. E se resta molto difficile non fare opposizione al Pd a livello nazionale, dove c’è la pregiudiziale del Nuovo Centrodestra che governa con la sinistra, il discorso è diverso per quanto riguarda i territori. Nelle amministrazioni locali e regionali ci sono ancora dei laboratori possibili per fare del centro-sinistra non un grumo di potere, né un luogo di spartizione delle poltrone, ma un luogo in cui si possa migliorare la vita delle persone. Per questo in Emilia ci siamo candidati in coalizione: perchè c’è la possibilità di approvare leggi utili, dal reddito minimo al finanziamento delle borse di studio, passando per le tematiche ambientali”.