Quattro referendum per cambiare il fiscal compact. Via alla raccolta firme

Lanciata pubblicamente la raccolta firme per i referendum che mirano a modificare la legge 243 che ha recepito il Fiscal compact. A tal proposito a Piacenza è nato un comitato promotore del referendum di cui fanno parte, oltre alla Cgil, anche Auser, Federconmatori, Sunìa e Spi Cgil. Si tratta di un comitato aperto a tutti.

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Quattro i quesiti referendari abrogativi, giudicati "vitali, fondamentali" per cancellare alcune norme europee ritenute troppo stringenti e che disincentivano lo sviluppo.

Il primo quesito vuole impedire obiettivi che vengano messi a punto bilanci più gravosi; il secondo per prevedere maggiori margini di flessibilità per l'intervento dei governi in materia fiscale; il terzo per l’abrogazione della norma sull’indebitamento che consenta ai governi più investimenti; il quarto l’introduzione di meccanismi di correzione delle politiche di finanza pubblica (Patto di stabilità).

Le firme dovranno essere raccolte entro la fine di settembre con banchetti allestiti sui vari mercati della provincia. Servono 500mila firme e si sta pensando anche a una iniziativa pubblica a inizio settembre. I moduli per la raccolta firme sono stati anche consegnati ai vari segretari comunali. Poi, nella prossima primavera 2015, la speranza è quella di andare a votare.

"Le politiche economiche di questi anni di austerità stanno impedendo la crescita e soffocando le economie dei paesi – ha detto Gianluca Zilocchi, segretario provinciale Cgil – Senza un vera politica di redistribuzione della ricchezza non si va da nessuna parte. Noi contrastiamo le linee politiche dell'Europa".

"Abbiamo un doppio compito, raccogliere le firme e preparare il terreno del conflitto referendario – ha aggiunti Tamera Favali dello Spi Cgil – bisogna allentare le maglie del rigidissimo perché non si possono strangolare possessori debiti ma che hanno alle spalle una storia lunga. Stiamo con Renzi se battaglierà per l'allentamento di questi vincoli". Favali ha fatto un appello perché firmino anche imprenditori, uomini di finanza "perché ci sono interessi di carattere generale". Ha aderito anche l'Auser di Sergio Danese: "Siamo in una situazione che degenera giorno per giorno. Queste norme strangolano la situazione italiana". E il Sunìa di Claudio Malacanza: "Noi non siamo euroscettici, ma siamo per l'Europa giusta. La situazione di crisi è anche dimostrata dai numerosi sfratti. Occorrono interventi strutturali anche per rilanciare le nuove politiche della casa". All'inizio di settembre sarà presente anche il presidente nazionale Federconsumatori Trefiletti.