Rieccomi. Finalmente, dopo aver passato con successo l’esame di maturità, torno a raccontarvi delle magnifiche stranezze della moda.
Sarà che in questo periodo,per via dello stress, le mie porzioni di cibo sono diminuite, che in questo articolo ho deciso di parlare proprio di cibo. Più precisamente vorrei mettere in luce il forte legame che si è instaurato tra gli stilisti e la cucina….forse per via del tanto famoso e discusso Expo o forse semplicemente per avvicinare il lusso delle sfilate alla quotidianità degli uomini comuni. In ogni caso, funziona. Cambia completamente l’umore svegliarsi la mattina e mettersi un vestito ricoperto di giuggiole, vantarsi della propria borsetta a forma di lattina della Coca o gironzolare per la città e sfoggiare la cover dell’iPhone a forma di gelato colante scattando qualche foto di qua e di là. Tutto questo l’ha pensato Jeremy Scott,attuale designer della casa di moda Moschino, che nelle ultime collezioni ha dato un tocco del tutto nuovo al marchio: l’elogio alle patatine McDonald, al faccione di Spongebob o anche agli smiles.
E cosa dire della sfilata di Chanel autunno/inverno 2014-2015: monsieur Lagerfeld si è superato ambientando lo show in un finto supermercato con tanto di prodotti brandizzati dove persino le modelle si sono trasformate in casalinghe ( con cestelli ornati di pietre, però) alle prese con la spesa guidando carrelli marchiati Chanel. Chi avrebbe mai pensato di poter vedere almeno una volta nella vita il segno della doppia C di Chanel su un prosciutto? Ebbene, è accaduto. L’alta sartoria si accosta sempre di più al mondo dei comuni mortali…ma lo fa con uno stile inconfondibile, come per dire : “Guardate, così dovreste indossare gli abiti, anche quelli più improbabili…Con chiccheria e non chalance.”
Un brand invece più terra a terra,ma sempre di grande qualità è An Italian Theory di Alessandro Enriquez e Azzurra Gronchi. E’ nato appena un anno fa ,ma già sta spopolando tra i fashion victims e con la sua capsule collection “Pasta Italiana”, per grandi e piccoli, ha celebrato la nostra cucina con stampe di fusilli, penne e farfalle ( con tanto di tempi di cottura) e poltrone a forma di penna immersa nel sugo di pomodoro. Ormai siamo accerchiati: le due irrinunciabili delizie,moda e cibo, diventate complici, ci attirano sempre di più al peccato…