Polledri lancia il Patto per la famiglia, sì da Ghilardelli, Callori e Foti

 Si chiama “Patto per la vita e per la famiglia” ed è stato rivolto dal consigliere comunale Massimo Polledri ai candidati alle elezioni regionali. Ad aderire, Manuel Ghilardelli, Tommaso Foti e Fabio Callori. 

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“Bisogna esprimere idee forti sulla famiglia ovviamente composta da un uomo e una donna. I bambini hanno diritto a un papà e una mamma, non a genitore 1 e genitore 2, Bisogna invogliare le giovani coppie ad avere figli, altrimenti non c’è futuro in questa Regione. Bisogna promuovere la libertà di educazione e di religione, la libertà però non deve far rinunciare alle persone la nostra libertà di professare ciò in cui crediamo. Con queste idee ci impegniamo nella speranza di diventare un’alternativa al centrosinistra”.

Questi i punti del patto, che i candidati di centrodestra alla regine Emilia Romagna hanno sottoscritto in mattinata, nella sala Cattivelli del Comune. 

Nel patto è ribadito la contrarietà a ogni forma di eutanasia, il rifiuto della omologazione tra matrimonio e convivenza, anche omosessuale, l’impegno per attuare politiche a favore della famiglia naturale, composta da uomo e donna. I firmatari s’impegnano a istituire un’agenzia regionale della famiglia che coordini le attività dei vari assessorati nel perseguimento di obiettivi a favore della famiglia. Il centrodestra non appoggiano “iniziative grottesche” come l’abolizione della Festa della Mamma e del Papà e diciture come “genitore 1” e “genitore 2” che sostituiscono “padre” e “madre”.

“Sono d’accordo al sostegno delle scuole cattoliche paritarie. Sono sempre state fatte tante promesse dal centrosinistra ma avrebbero potuto metterle in pratica” ha detto Ghilardelli, seguito da Callori, che ha aggiunto: “Per noi è la normalità. In più il Forum per le famiglie è gratuito, per cui gli va data sempre maggiore importanza”. D’accordo anche Foti che ha aggiunto un dato inquietante: “I consultori familiari sono stati espulsi dal dibattito ma l’Emilia Romagna ha il primato di aborti. Quest’anno sono stati 12mila. In 5 anni 60mila, la metà della città di Piacenza”.