E’ stato definito “il sindaco buono”, non senza una punta di sarcasmo; è stato accusato di scarso carisma o addirittura di immobilismo nella sua azione amministrativa. Qualcuno ha persino scherzato, tra i banchi del Consiglio – e appartenente alla sua maggioranza – che “si fanno passi in avanti talmente lenti che si sta andando all’indietro”. Eppure il Paolo Dosi che si appresta a presiedere il ritiro di giunta, che si terrà quest’anno dal 4 al 5 settembre all’agriturismo Le cascate a Calenzano di Bettola (Valperino), pare deciso più che mai a smentire i suoi detrattori. “Dobbiamo fare un salto di qualità, prima di tutto sul fronte del coraggio” ha detto ai microfoni di Radio Sound, in una lunga intervista propedeutica al ritiro spirituale, ma non troppo, che vedrà lui e la sua squadra di governo impegnati in “una programmazione dettagliata per individuare, per ogni assessore, almeno un punto che porti al rilancio dell’azione amministrativa per il bene di Piacenza”. Al di là dei progetti e delle evidenti difficoltà per i Comuni di tutta Italia, il primo cittadino ha comunque ripetuto più volte una parola, che forse, oltre ad essere di sprone agli altri lo è soprattutto per lui: coraggio. “Dovremo cercare di averne una dose aggiuntiva. Benché frenati da difficoltà evidenti, pesanti, impreviste che creano incertezze, non possiamo più permetterci di farci soffocare. In ritiro proporrò più coraggio”.
IL MESTIERE DI SINDACO – Nell’intervista, come accaduto con il sindaco già in passato, non è poi mancato uno sfogo sul ruolo che ricopre. Questo perché, checché se ne dica, Paolo Dosi non è e non si mai presentato come un superuomo. Anzi, ha sempre anteposto la persona, con tutti i suoi limiti, al personaggio, che molto spesso però, dopo i primi momenti di fascinazione, può deludere le aspettative. Prendere o lasciare. Quanto è difficile fare il sindaco? “E’ dura – ha ammesso – ero consapevole della responsabilità, però è più dura di quanto avessi preventivato. Non posso comunque lamentarmi, immaginavo che saremmo andati incontro a un momento difficile. Per questo c’è anche il senso della sfida e l’impegno per superarlo, tenendo conto delle difficoltà. Per certi aspetti è gratificante”.
LA BUSTA PAGA – Un ruolo gravoso, in particolare in periodi di vacche magre, anche dal punto di vista della retribuzione? C’è chi, come Ignazio Marino a Roma si lamenta di 4mila e 500 euro al mese. Lei che prende 5mila e 600 (lordi) cosa ne pensa? “Dal mio punto di vista è un’indennità senz’altro importante, se rapportata al periodo che stiamo vivendo, con le famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Certo è che, se uno mette in conto il tipo di vita che conduce, è evidente che ci sono pro e contro. Anche perché viene a mancare buona parte della vita privata” ha risposto Dosi, che ha aggiunto, con chiaro riferimento al collega che amministra la Capitale: “E’ vero che il mestiere di sindaco non ha le stesse caratteristiche di ogni lavoro pubblico, però quando ho accettato di giocarmi questa possibilità ero consapevole dell’indennità e degli impegni. Lamentarsi a posteriori ? Credo sia inopportuno”.
Ma per il sindaco di Piacenza, a margine dell’intervista è già tempo di guardare alla prossima scadenza. Quel ritiro di giunta che rappresenta, come ogni anno, una vera e propria full immersion per programmare l’attività in vista del 2014. Il tutto, però, in una location davvero particolare: “Suggerivo da tempo Calenzano, in Valperino. E’ una zona particolarmente bella, poi come collocazione permette di avere grande tranquillità – ha spiegato -. Dobbiamo riordinare le idee e mi auguro che ci sia bel tempo. Il paesaggio favorisce la concentrazione, per effettuare un lavoro positivo per la città”.