L’impressione bipartisan registrata a caldo è quella di «un grande equivoco». Un’area immensa (270mila metri quadrati, il doppio del Parco della Galleana), dominata in gran parte da tanti capannoni fatiscenti, qualche esempio di archeologia industriale e una vegetazione che cresce rigogliosa ma selvaggia. E sul fatto che in futuro la Pertite diventi un parco verde esclusivo qualche dubbio ieri è venuto a tutti.
L’impressione bipartisan, registrata oggi a caldo tra i commissari al termine della seduta convocata in esterna, è stata quella di «un grande equivoco». I consiglieri, insieme con il vicesindaco Francesco Cacciatore e accompagnati dal generale Francesco Castrataro (direttore del Polo di mantenimento pesante nord), sono entrati alle
14,30 dall’ingresso sulla via Emilia Pavese e per un’ora e mezza hanno girato tra i resti dell’ex deposito militare.
«Una visita soddisfacente» è stato il commento unanime dei membri della commissione 2 Assetto del territorio. Il presidente Giorgio Cisini ha ringraziato le autorità militari per la disponibilità mostrata ad esaudire la richiesta. «L’impressione – ha commentato – è di essere di fronte a un’area che rappresenta un grande equivoco, talmente immensa che quasi si rimane sbigottiti».
Secondo il presidente la Pertite si configura oggi come un’area industriale dismessa, con tantissimi capannoni fatiscenti, alcuni pezzi di archeologia industriale e altre strutture abbandonate risalenti agli anni Quaranta e Cinquanta. «Ci sono poi zone a prato, corridoi verdi e zone incolte che possono essere assimilabili a un bosco, ma che internamente contengono sempre case matte e pezzi di strutture dismesse. Di sicuro senza una bonifica completa dell’area sono zone completamente inutilizzabili. La sensazione è che non sia possibile creare il bosco così come vuole il Comitato della Pertite».
Oggi la struttura viene utilizzata per lo stoccaggio di materiali militari, come dimostra anche la presenza di mezzi dell’esercito italiano. Dal punto di vista occupazionale vi lavorano pochissimi addetti.
Come convenuto al termine della visita, tra quindici giorni Cisini dovrebbe convocare, in accordo con i commissari, un’altra seduta in cui mettere a fuoco le impressioni e le riflessioni della giornata. E anche, nel caso, per produrre delle proposte concrete.