Il sindaco di Piacenza Roberto Reggi ha inviato oggi, al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e al presidente della Provincia Massimo Trespidi, una lettera nella quale sollecita, “in considerazione delle preoccupanti segnalazioni emerse dalle analisi di Arpa Emilia Romagna, il completamento di tutte le operazioni propedeutiche all’urgente intervento di bonifica del fiume Po”.
La nota, trasmessa per conoscenza alla Regione Emilia Romagna, rileva “la necessità che non venga meno l’impegno congiunto di tutte le istituzioni coinvolte, che nei mesi scorsi ha permesso di arginare le conseguenze del rilascio di inquinanti dovuto allo sversamento di idrocarburi dal Lambro, dimostrando che tempestività ed efficienza negli interventi sono una componente fondamentale della loro buona riuscita”.
“Mi rivolgo in particolar modo all’Amministrazione provinciale – scrive il sindaco Reggi – perché faccia valere il ruolo di coordinamento assunto in seguito all’emergenza, e al Ministero affinchè si impegni a sbloccare, a breve, i fondi indispensabili per poter effettuare tutte le operazioni necessarie a garantire il completo ripristino delle condizioni di salubrità ambientale di quella grande, vitale risorsa idrica che è il fiume Po. Il territorio piacentino – prosegue Reggi, anche in qualità di vicepresidente nazionale Anci con delega alle Infrastrutture e alla Protezione Civile – si è assunto l’onere di sforzi consistenti, dei quali peraltro non possiamo che essere orgogliosi, per limitare e contenere i problemi provocati dal flusso di sostanze nocive, ma oggi rischia di pagare, al pari se non più delle altre zone coinvolte, il prezzo di danni ecologici gravi e tutt’altro che trascurabili. La relazione pubblicata dagli stessi ricercatori della Direzione tecnica di Arpa Emilia Romagna, intitolata “Non si chiude l’emergenza senza la bonifica”, evidenzia come la questione non possa dirsi risolta se non si completano le indagini relative al deposito di idrocarburi sui fondali e sulle sponde, prevenendo il rischio che questi si diffondano rapidamente in occasioni degli eventi di piena”.
“Procrastinare ulteriormente queste analisi – conclude Reggi, auspicando un sollecito riscontro da parte dei destinatari – nonché l’eventuale e conseguente intervento di bonifica, significherebbe mettere a rischio gran parte del lavoro svolto sinora, ed esporsi a costi che, in termini di tutela dell’ambiente, sarebbero ben più alti di quello della bonifica stessa”.