Il Comune di Piacenza esce dalla rete R.E.A.DY, progetto avviato nel 2006 a Torino e votato alla lotta contro la discriminazione di genere: le amministrazioni comunali che aderiscono al progetto si pongono l’obiettivo di avviar “politiche per favorire l’inclusione sociale delle persone omosessuali e transessuali, sviluppando buone prassi e promuovendo atti e provvedimenti amministrativi che tutelano dalle discriminazioni” si legge sul sito ufficiale. Piacenza ha aderito nel 2013 ma questa scelta non è mai stata vista di buon occhio dalla Lega Nord, in particolare da Massimo Polledri. L’esponente del Carroccio, infatti, accusa la rete R.E.A.DY di voler propagandare l’ideologia gender tra i giovani attraverso programmi di studio e percorsi didattici nelle scuole. Ieri, giovedì 5 ottobre, Polledri ha portato all’attenzione della giunta questa sua battaglia, i cui obiettivi sono stati condivisi dal sindaco Barbieri e dal resto dell’amministrazione comunale.
Un duro colpo invece per le associazioni che si battono per i diritti gay, come L’Atomo Arcigay Piacenza, Agedo, Famiglie Arcobaleno Piacenza e Il Grande Colibrì.
“Apprendiamo dalla stampa che la Giunta Comunale di Piacenza, su proposta della Lega Nord, ha deliberato per uscire dalla rete R.E.A.DY. A questa rete hanno aderito i comuni italiani che si impegnano contro le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere, non comporta nessun costo e si tratta di uno scambio di buone prassi. L’uscita è un’occasione persa per il governo della Città di Piacenza per dimostrarsi vicino ai propri cittadini.
Tra le motivazioni avanzate dalla Lega Nord si apprende come la rete sia definita “strumento della teoria del gender”, denunciando una fondamentale ignoranza in tema: questa “teoria” non esiste, come smentito dalla comunità scientifica italiana in più occasioni. Siamo rammaricati dell’uso che la Giunta fa dello stipendio pagato con soldi pubblici per legiferare su argomenti di fantasia”.
“Questa azione avrà come conseguenza il peggioramento della qualità della vita di tutte le cittadine e i cittadini della nostra città, poiché le discriminazioni di qualsiasi tipo possono colpire chiunque, da noi stessi fino ai nostri familiari e amici. L’uscita della rete R.E.A.DY. non considera i bisogni del territorio di Piacenza, ma risponde agli equilibri politici nazionali, lontani dal rapporto che dovrebbe esserci tra Comune di Piacenza e tutti i piacentini. Un sintomo di una politica disattenta e lontana dalle persone”.
“Ci sorprende, infine, come la Giunta Comunale si sia fatta abbagliare dalla propaganda della Lega Nord di Piacenza, attenta, in questo caso, solo al tornaconto personale dei suoi rappresentanti in giunta. Crediamo in una Piacenza senza discriminazioni per nessuna persona”.
“Invitiamo il sindaco Barbieri ad un incontro con le associazioni LGBTI del territorio piacentino per assicurare a chi vive a Piacenza, tutte e tutti senza distinzioni, l’incolumità e il godimento dei diritti. Confidiamo che non lascerà inascoltato l’appello dei suoi cittadini”.