La nevicata non ha scoraggiato i tanti che si sono presentati puntuali all’appuntamento di sabato scorso all’osteria di Morfasso, luogo che si sta rivelando particolarmente accogliente per gli eventi culturali della val d’Arda, da “Zia Valentina”. Anzi, il candore fuori dalla finestra non poteva che incorniciare al meglio lo stesso candore che si è potuto respirare dalle parole ascoltate, tratte dal lavoro di Gian Francesco Tiramani, Nudo 1.1. Questo perché con le emozioni non si può barare, se non sono vere, sentite, candide come quelle di un bambino, non sono in grado di trasmettere nulla. E invece è capitato che con l’interpretazione di alcuni brani tratti dal volume, da parte di Pier Marra, eclettico artista fiorenzuolano, a molti degli intervenuti siano venuti gli occhi lucidi.
Questo perché Nudo 1.1 è una raccolta molto particolare, si potrebbe definire proprio una raccolta di emozioni. Che sono quelle che l’autore ha vissuto in prima persona durante le sue diverse esperienze di vita, che siano state a bordo di un’aeroambulanza, o davanti a un sentiero di montagna. Sono gli sguardi che entrano nel vivo delle situazioni e colpiscono il lettore, sono gli attimi che vengono descritti con una delicatezza e una profondità che non lascia spazio all’indifferenza.
La professoressa Anna Stevani, presentando l’evento, ha voluto testimoniare la ritrosia dell’autore nel volere definire il libro una raccolta di poesie, ma lei stessa ha voluto porre l’accento sul valore delle parole scritte, che sono autentica poesia, e sul coraggio dell’autore nel mettersi a nudo. Il titolo del libro rappresenta quindi la volontà di togliere la maschera che spesso ci si trova ad indossare per affrontare il vivere quotidiano.
“Grande uomo di battaglie e di vittorie, di tono e di vigore, di riso e di certezze; spogliati davanti a te, piangi per una carezza, urla per una piccola gioia, libera la pazzia e sarai grande Uomo”.
Un’autentica scossa al pubblico è stata data da Marra quando, con l’interpretazione di Allergia, poche intense righe per descrivere il pianto celato per una commozione, ha urlato ai presenti “Ho detto A-L-L-E-R-G-I-A, chiaro? ”. E poi ci sono i ricordi di luoghi e i passi ne Il ponte della memoria, legati al bambino che un tempo attraversava strade e campi tenuti con cura dagli uomini e che oggi non esistono più, oggi che la natura se li è ripresi. “Passiamo le nostre giornate dando per scontato tutto e poi … ci accorgiamo improvvisamente che tutto scontato non è. Lì sta una strada, un prato, un bosco (o meglio, ciò che rimane) a testimoniarcelo senza appelli “. Il volume non raccoglie solo parole, ma anche immagini. Sono fotografie scattate su pellicola in bianco e nero, che ritraggono oggetti, azioni, persone apparentemente non legate tra di loro. Ma il legame in realtà è sempre lo stesso, ed è il saper cogliere dei momenti, delle suggestioni in grado di emozionare, in grado di parlare al cuore di chi guarda. Come la foto di copertina che ritrae le mani esperte di una donna intente a preparare la pasta, con la farina sulla tavola e le uova riprese proprio nell’istante in cui stanno scivolando fuori dal guscio. E’ il momento in cui gli elementi sono ancora separati, prima di divenire, attraverso il lavoro di quelle mani, un tutt’uno, un perfetto impasto nato solamente da farina, uova e lavoro umano.
Per l’autore mettersi a nudo, togliersi la maschera, ha avuto senza dubbio un effetto benefico, perché passati i primi timori, ci ha raccontato, ha potuto verificare una reazione a catena tra i primi lettori in cui dopo lo stupore per aver scoperto un aspetto di lui fino a quel momento sconosciuto, si sono aperti pure loro, confidando emozioni e sentimenti a loro volta.
Nel volume ci sono tanti momenti della vita di Gian Francesco Tiramani, momenti importanti, come quello in cui racconta del trasporto di un cuore estratto da una vita che si stava spegnendo per essere trapiantato in una nuova vita (ironia della sorte proprio il giorno in cui si ricorda il 50° del primo trapianto di cuore effettuato da Barnard..). La coincidenza ha voluto anche che l’attore Pier Marra, nella sua vita professionale, abbia vissuto un’esperienza di questo tipo e la lettura del brano si è svelata troppo commovente per riuscire ad arrivare fino alla fine senza ricorrere all’aiuto di Anna Stevani, la quale si è alternata alla lettura per diluire l’intensità del racconto.
E così è passato il pomeriggio da Zia Valentina, con una piccola folla racchiusa in questo locale tanto accogliente, tutta concentrata ad ascoltare le parole di Gian Francesco Tiramani che ha saputo, mettendosi a nudo, donare a tutti attimi di grande umanità.