“Riparare il ponte Morandi in tre mesi con meno di 50 milioni di euro”. E’ la proposta dell’ingegner Giuseppe Marchese di Federbeton, l’associazione
nazionale dei produttori di calcestruzzo, che questa mattina era a Piacenza in occasione delle Giornate Italiane del Calcestruzzo (Gic), in corso alla Fiera di Piacenza Expo.
“Dal punto di vista strettamente ingegneristico – ha sottolineato – visto che gran parte del ponte Morandi, come ho letto, e’ in stato di buona conservazione, la cosa piu’ veloce e semplice da fare sarebbe ripristinate il pilone che e’ caduto con le due solette. Un’operazione di tre mesi con un costo inferiore ai 50 milioni di euro. Dal mio punto di vista, guardando le prove di collaudo, se e’ davvero accertato che la restante parte del ponte Morandi e’ ancora in buone condizioni, non ci sarebbe alcun problema di sicurezza: oggi abbiamo tutte le competenze per fare questa verifica”.
Un nuovo ponte in acciaio come suggerito da Renzo Piano? “L’acciaio e’ un’ottima soluzione, ma sicuramente ha dei costi di manutenzione piu’ importanti. Qualsiasi opera viene progettata con una vita utile di esercizio: e’ importante valutare l’opera con questo parametro. Oggi con il calcestruzzo possiamo realizzare di routine ponti con una vita utile di 100 anni, ma anche di 200 anni: l’importante e’ saperlo prima”.