Lo spettacolo della stagione 2017, realizzato dai giovani dell’Accademia del Teatro alla Scala, è la celeberrima fiaba tedesca Hansel e Gretel di Engelbert Humperdinck.
Non c’è bambino che in Germania non conosca questo celebre testo che, a parte l’assunto popolaresco, contiene un forte afflato morale. Tradizionale nell’assunto registico, assai descrittivo nelle scene, lo spettacolo scaligero risulta essere una summa di tradizione e creatività. Tanti bambini presenti in platea, tutti vivamente partecipi della vicenda e della narrazione fantastica evocata attraverso scene boscherecce, grandi cori e balletti infantili. Musicalmente parlando tutti conosciamo l’appartenenza di Humperdinck alla scuola wagneriana e la sua orchestrazione dolce e melodiosa, il suo procedere per ampi squarci pittorici che evoca in ogni momento il grandioso linguaggio del Maestro di Lipsia. E’ bello lasciarsi trasportare da ricordi di infanzia e dalla consapevolezza che tutti noi siamo ancora bambini quando la vita ci ripresenta occasioni fugaci che ci riportano in misura significativa al tempo sospeso della memoria antica. La capacità narrativa della musica di Humperdinck annulla ogni distanza spazio-temporale dalla tenerezza del cuore. Lo spettatore moderno ha modo di ritrovare se stesso ricostruendo nel proprio io, come sosteneva Proust, la memoria volontaria e la consuetudine familiare. Dobbiamo quindi alla musica questa straordinaria capacità evocativa. E’ sempre la musica a possedere questi grandi poteri psicologici ben evidenziati nel tessuto del canto. Ma chi sono dunque i protagonisti di questa favola? Evidentemente tutti: la librettista Adelheid Wette, la musica di Engelbert Humperdinck, il regista Sven-Eric Bechtolf; Anna Doris Capitelli (Hansel), Francesco Manzo (Gretel); le proiezioni firmate da Joshua Higgason; le luci curate da Marco Filibeck; la parte musicale curata da Marc Albrecht e tutti i giovani strumentisti dell’Accademia Teatro alla Scala; il Coro di voci bianche dell’Accademia Teatro alla Scala, preparato Eva Mei e diretto da Marco De Gaspari; Gustavo Castillo nella parte di Peter; Chiara Isotton nella parte di Gertrud; e poi, Mereike Jankowski, Enkeleda Kamani, Celine Mellon.
Riconosciamo all’attività dell’Accademia l’opera meritoria di affrontare ogni anno una pièce del repertorio tradizionale con estremo rigore e conoscenza testuale. Alla direzione dell’Orchestra il Maestro Marc Albrecht, validissimo conoscitore del mondo musicale germanico e attento speculatore dei timbri e degli effetti sonori. Grande successo della favola e intensa emozione del momento poiché condivisa con il pubblico di grandi e piccini.
La favola di Hansel e Gretel è stata più volte rappresentata nel mondo ma, in particolare, recentemente presso l’Agriturismo di Montecanino (Piacenza), “L’Agronauta”, dove un gruppo di bambini milanesi, nel corso di una colazione domenicale, l’ha simpaticamente reinventata allietando gli ospiti del ristorante. Casualmente era presente un milanese che, come chi scrive, aveva assistito allo spettacolo scaligero.
Sotto il cielo della Valle Luretta un episodio di memoria infantile, la parola dolce della mamma e della nonna, all’ombra della grande Scala.
Maria Giovanna Forlani