Ci sono le storie di tre donne aggredite e abusate la scorsa estate. Il primo caso riguarda una ragazza torturata e violentata per ore a Parma, il secondo una giovane donna aggredita nel garage di casa sua a Zocca (Mo), il terzo una donna violentata a Piacenza nel bar dove lavorava. E poi ci sono tre storie di maltrattamenti in famiglia, di papà che picchiano le mamme.
Piacenza, Parma, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì: sono questi i territori dai quali sono venute le ultime sei istanze accolte dalla Fondazione regionale vittime dei reati, per le quali sono stati erogati altrettanti aiuti economici. Nel caso delle tre giovani donne abusate, oltre al sostegno psicoterapeutico, la Fondazione ha finanziato anche le cure sanitarie; per i casi di maltrattamenti è stato erogato un contributo per l’affitto della nuova casa – dopo l’uscita di mamme e figli dalle case-rifugio che le avevano ospitate nel momento dell’emergenza -, per la ripresa della scuola dei bambini e per l’avvio di un percorso professionale con l’obiettivo di rendere le mamme economicamente autonome e in grado di provvedere alla famiglia.
Sei storie drammatiche chiudono il bilancio di un anno impegnativo per l’ente nato il 12 ottobre del 2004 per volontà della Regione Emilia-Romagna, delle Province e dei Comuni capoluogo con l’obiettivo di portare un aiuto immediato e concreto alle vittime dei reati più gravi o dei loro famigliari. Gli ultimi casi e il bilancio 2018 dell’attività della Fondazione sono stati presentati oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e da Carlo Lucarelli, presidente della Fondazione stessa.
“Stare dalla parte delle vittime è un atto di civiltà doveroso e necessario- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Schierarsi con loro per testimoniare, con atti concreti e immediati, che le istituzioni non lasciano solo chi ha subito un reato grave è il senso del nostro impegno nella Fondazione. Per questo ho deciso di portare da 90 a 150mila euro il contributo regionale annuo, confermato per tale importo anche nel 2019. La Fondazione e il suo presidente Lucarelli, a cui va il mio ringraziamento, dimostrano che una comunità solidale, pronta a intervenire in modo semplice e veloce per aiutare concretamente chi deve ripartire nella vita di tutti i giorni dopo un evento traumatico, è possibile. E per continuare ad aiutare le vittime e le loro famiglie, rivolgo un appello a tutte le istituzioni, gli enti pubblici e privati, fino ai singoli cittadini, a impegnarsi e a contribuire, ognuno come può, per sostenere la Fondazione, unica nel suo genere in Italia. La Regione c’è e sono sicuro che tutti insieme, noi emiliano-romagnoli, possiamo continuare a fare la differenza”.
“Sosteniamo tutte le vittime di reati gravissimi che avvengono nella nostra regione- sottolinea il presidente della Fondazione, Carlo Lucarelli– con l’obiettivo di risolvere rapidamente e in concreto i problemi che queste persone si trovano ad affrontare e con il desiderio di far arrivare un segnale di vicinanza da parte delle istituzioni, proprio quando la violenza subita le porta ad avvertire un forte senso di impotenza e di solitudine. Non scegliamo noi quando intervenire- prosegue – sono i sindaci a dover fare il primo passo per segnalare quello che avviene nelle loro comunità, facendoci arrivare le loro istanze, anche se la Fondazione stessa si relaziona con le amministrazioni quando la cronaca riporta fatti di particolare gravità”.
Nel 2018 accolte 31 istanze, 70 persone coinvolte e un aiuto immediato per ripartire: erogati 207mila euro
Sono 70 le persone che nell’anno appena trascorso hanno trovato ascolto e sostegno dalle istituzioni emiliano-romagnole: 27 donne, 4 uomini e 39 minorenni colpiti da gravi episodi criminali hanno ricevuto un aiuto dalla Fondazione regionale per le vittime dei reati, che ha erogato complessivamente 207mila euro.
Nel complesso i casi accolti sono stati 31. Circa la metà, 15, sono casi legati a episodi di violenza di genere nelle relazioni di intimità e sono stati sostenuti con 100.940 euro pari al 49% del totale. I fondi sono serviti a potenziare la rete dei servizi e a consolidare i progetti di autonomia per le donne con i loro bambini: dalle spese per la nuova casa, ai percorsi scolastici dei figli, al sostegno psicologico. Altre 4 istanze accolte sono sempre legate a violenza di genere ma in questo caso messa in atto da sconosciuti e sono state finanziate con 13mila euro (il 6,3% del totale).
Ancora 4 casi, con l’erogazione di 24.700 euro (l’11,9%), hanno riguardato bambini o ragazzi vittime di maltrattamenti o violenza sessuale. I fondi sono stati richiesti dai sindaci soprattutto per sostenere le vittime nei percorsi psicologici necessari a superare le violenze subite. Infine, 8 istanze sono venute in soccorso di persone che hanno subito la perdita di un familiare o hanno riportato gravi lesioni da reati dolosi che le hanno coinvolte direttamente. In loro favore sono stati erogati 69mila euro, pari a un terzo del totale.
Gli aiuti hanno raggiunto quasi tutte le province, a parte quella di Ravenna, dalla quale non sono arrivate istante nel 2018. Sono state 7 le istanze accolte nella provincia di Ferrara (tra queste, 4 per maltrattamenti su donne o minori e 3 per omicidio compiuto o tentato), 5 a Forlì-Cesena (tutte per violenza di genere) e a Modena (di cui 3 per omicidi o rapine), 4 a Reggio Emilia e a Bologna, 3 a Piacenza, 2 a Parma, 1 a Rimini.
In 15 anni, dal 2004, le persone aiutate dalla Fondazione sono state 710 – di cui 109 uomini, 284 donne e 317 minorenni -, attraverso la concessione di contributi per quasi 3 milioni di euro.
La Fondazione cresce: anche il Comune di San Possidonio (Mo) e l’Università di Parma entrano a far parte dei soci. E a bilancio nel 2019 previsti circa 200mila euro
L’ultima Assemblea dei soci di fine novembre della Fondazione regionale, oltre alle nuove sei istanze, ha deliberato due nuovi ingressi e ha approvato il bilancio preventivo 2019.
Dopo l’adesione a inizio anno delleUnioni di Comuni Val d’Enza, nel reggiano, e Pedemontana Parmense – che seguivano quelle diCarpi, Terre d’Argine,Novi di Modena,Sassuolo eImoladegli scorsi anni -, sono entrati a far parte della Fondazione regionale vittime di reato il Comune di San Possidonio, nel modenese, e l’Università di Parma. Quest’ultima una acquisizione particolarmente significativa, perché si tratta del primo ateneo che decide di entrare in Fondazione e, in assoluto, del primo socio che non coincide con un ente locale.
È stato inoltre approvato all’unanimità il bilancio preventivo per il 2019, con l’impegno di tutti i Comuni capoluogo a elevare la loro quota da 5.000 a 7.500 euro, mentre Bologna versa 10mila euro e la Regione che conferma i 150mila euro già erogati per il 2018. In totale, quindi, la Fondazione potrà contare il prossimo anno su oltre 220mila euro, quasi il doppio di quanto previsto a inizio 2018, per aiutare le vittime e le loro famiglie.