Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, incontrerà quest’oggi il carabiniere aggredito sabato scorso a Piacenza durante il corteo che ha visto centri sociali e militanti delle frange estreme della Sinistra manifestare contro la sede di CasaPound aperta in città. Il militare è stato accerchiato dai manifestanti e preso a calci e pugni: aggressione che ha provocato la frattura della spalla e trenta giorni di prognosi. Ora la vittima del pestaggio ha lasciato l’ospedale di Piacenza.
Nel frattempo le forze dell’ordine stanno cercando di ricostruire quanto accaduto. Tutto è cominciato intorno alle 15,30 quando un vasto numero di manifestanti ha fatto il proprio ingresso a piazzale Marconi, provenendo dal parcheggio retrostante Borgo Faxhall. “Via i giornalisti, con voi oggi non parliamo” hanno urlato le prime file accusando gli organi di stampa di aver creato ingiustificato allarmismo nei giorni precedenti l’evento. Un giornalista della nostra testata è stato anche spintonato e allontanato a forza. I dirigenti della questura hanno riportato l’ordine, non senza fatica.
Il corteo è partito intorno alle 16, in via Santo Stefano i manifestanti hanno tentato una prima volta di forzare il cordone di forze dell’ordine provando a deviare il percorso prestabilito. Si sono verificati i primi scontri, risolti in pochi minuti dopo una leggera carica della polizia. Il serpentone è riucito a raggiungere piazza Sant’Antonino, punto di arrivo del corteo. Ma gli attivisti hanno deciso di raggiungere piazza Cavalli e una volta imboccata via Cittadella sono esplosi i tafferugli saliti alla ribalta delle cronace nazionali, in particolare per il pestaggio del carabiniere.
La Digos sta cercando di individuare i responsabili dell’aggressione e chiunque abbia giocato un ruolo negli scontri.