Classi multietniche, Piacenza seconda in Italia: il 21,3% degli alunni è di origine straniera

Nonostante in Emilia Romagna il numero totale di alunni diminuisca, aumenta invece quello degli alunni di origine straniera, che vanno dal 12,8% di Ferrara al 21,3% di Piacenza, con quest’ultima che registra la seconda percentuale più alta in Italia dopo Prato (in Italia rappresentano il 9,2%). I dati emergono da una ricerca condotta da Save the Children che ha presentato l’ottavo atlante dell’infanzia a rischio “Lettera alla scuola”. “A rischio” perché il focus dell’analisi riguarda l’abbandono scolastico, fenomeno che in Emilia Romagna segna numeri preoccupanti: “Più di 1 minore su 10 vive in povertà relativa e oltre 1 giovane su 10 abbandona troppo presto la scuola”. A livello locale non vengono forniti dati in tal senso. La ricerca, che copre più ambiti e aspetti della realtà scolastica regionale, fornisce invece il quadro di Piacenza capitale della scuola multietnica:

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“Tra i fenomeni che condizionano la scuola di oggi, accanto alle povertà socio-economiche, la denatalità: in cinquanta anni gli under 15 sono passati da 12 a 8 milioni, perdendo circa un terzo della popolazione in età della scuola dell’obbligo: l’Italia conta 165 anziani ogni 100 bambini sotto i 14, con un numero di over 65 che doppia quello dei giovanissimi in diverse province. Come in Emilia Romagna, dove l’indice di vecchiaia è superiore alla media nazionale nella maggior parte delle province. Il picco si registra a Ferrara, con 249 anziani ogni 100 bambini”.

“Inoltre, nonostante il numero totale di alunni diminuisca, aumenta invece quello degli alunni di origine straniera, che vanno dal 12,8% di Ferrara al 21,3% di Piacenza, con quest’ultima che registra la seconda percentuale più alta in Italia dopo Prato (in Italia rappresentano il 9,2%). La maggior parte degli alunni che non ha la cittadinanza italiana in Emilia-Romagna è nata in Italia, in linea col dato nazionale del 58,7%; a Piacenza e Reggio Emilia circa il 64% degli alunni senza cittadinanza italiana è nato nel nostro paese. Di fronte alla sfida dell’inclusione, tuttavia, in Italia solo nel 2,2% delle scuole del primo ciclo gli insegnanti ricevono formazione specifica; un passo avanti è stato fatto con il Piano di formazione dei docenti 2016-2019, che ha recepito le indicazioni del IV Piano nazionale infanzia su questo tema. A livello regionale un dato particolarmente positivo è registrato a Parma, dove l’8,3% degli istituti scolastici offre tale opportunità”.

Il dato allarmante, semmai, riguarda le scuole professionali: “In regione, alle superiori, la media nazionale di studenti respinti sale al 9,15%, con grande differenza tra licei, tecnici e professionali (in questi ultimi i respinti sono più numerosi e rappresentano il 14,3%); a livello regionale il numero di bocciati alle secondarie di secondo grado va dal 7,7% di Ferrara al 12,8% di Reggio Emilia, mentre Piacenza registra uno dei tassi più alti in Italia circa il numero di bocciati negli istituti professionali (18,9% contro la media nazionale del 14%)“.

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