Il libraio, il più amato e il più odiato dagli scrittori

Vi è un posto meraviglioso per i libri, oltre alle biblioteche. Questo posto sono le librerie e, una delle persone più amate e odiate, al contempo, dagli scrittori e dagli editori, è il libraio. Amato perché grazie a loro i libri posso raggiungere il pubblico e odiati perché, sempre grazie a loro, i libri restano lontani dal pubblico.

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I meccanismi con i quali un librario deve confrontarsi sono numerosi, basta ricordare che ogni centimetro di scaffale rappresenta il suo pane.

Per diventare libraio, oltre all’iter tipico necessario per aprire un’attività commerciale – partita IVA, soprattutto, e uno spazio dove ospitare i libri – occorre che il libraio sia qualcuno con una spiccata capacità per cogliere cosa desiderano i lettori e, certe volte, un pizzico di folle coraggio per proporre le novità.

Ovviamente il candidato dovrà avere un buon bagaglio di conoscenze per quanto riguarda i processi delle attività librarie, il contesto editoriale di riferimento della libreria (quindi in base alla specializzazione bisognerà dimostrare apposite conoscenze), i sistemi di ricerca e catalogazione dei libri.

In generale dovrà possedere una buona conoscenza delle lingue straniere, di tecniche di marketing, ma anche dell’uso del pc, strumento ormai fondamentale nella ricerca di volumi, magari non disponibili nell’immediato.

Non esistono corsi specifici di laurea che formino questa professione, anche se una laurea umanistica di primo o secondo livello avvantaggia molto il candidato.