E’ senz’altro uno degli eventi mediatici più seguiti di questo periodo, con dirette televisive anche notturne. Parliamo della riemersione del relitto della Costa Concordia, la nave da crociera tragicamente affondata nel gennaio del 2012 a pochi metri dalla costa dell’Isola del Giglio, nel Tirreno. Era stato di 32 morti il bilancio della sciagurata manovra del capitano Francesco Schettino, tuttora sotto processo. Ora la nave galleggia e già in settimana potrebbe aprirsi la fase finale di questa colossale operazione di recupero finalizzata allo smantellamento, con il relitto che verrà trainato a Genova e quindi disassemblato.
Un’operazione alla quale ha preso parte in due momenti distinti un’azienda piacentina, la Cima Spa di Le Mose. Lo scorso anno aveva fornito alcune componenti della struttura subacquea per il mantenimento della Concordia, e all’inizio di quest’anno, in fretta e furia, è stata ricontattata per produrre una dozzina di pali e altre componenti per permettere la riemersione, più complicata di quello che si aspettavano gli esperti. Tempi da cardiopalma ma alla fine il lavoro è andato bene, e ce lo conferma Ettore Dordoni: “Ora la nave galleggia, tutto è andato come doveva andare, siamo soddisfatti”.
Le strutture prodotte dall’azienda piacentina sono servite a rinforzare la fiancata riemersa della Costa Concordia “che è apparsa molto più ammalorata di quello che si credeva” ha spiegato Dordoni. Serviva una struttura in più rispetto a quelle previste, il tutto per consolidare i cassoni che servono per il galleggiamento del relitto.