Renato Zurla lascia la presidenza della Croce Rossa: “Motivi personali”

Una lettera inviata a tutti i membri dell’associazione, volontari e dipendenti, per comunicare le proprie dimissioni. Renato Zurla, presidente provinciale della Croce Rossa, lascia il proprio incarico dopo l’elezione del 16 dicembre 2012. Il mandato sarebbe scaduto nel prossimo autunno. Medico, 67 anni, Zurla parla di motivi di salute alla base della sua decisione. Decisione che ora porterà la Croce Rossa provinciale a essere retta da un commissario almeno fino alla fine naturale del mandato: il nome del commissario sarà reso noto a giorni, intanto si fanno i nomi di Carlo Sartori e Alessandro Guidotti.

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“E’ stata una scelta maturata nel tempo, non una decisione improvvisa, tant’è vero che inviai una prima lettera già all’inizio di aprile a dipendenti e volontari in cui annunciavo la mia volontà di lasciare spiegando anche i motivi. Poi ne inviai una seconda i primi di giugno, quindi la notizia è certamente di oggi, ma non è un fulmine a ciel sereno. Innanzitutto voglio tranquillizzare: è vero che ho parlato di motivi di salute, ma con riferimento ad una vita piena di impegni e preoccupazioni che non mi sento più di affrontare, non certo perché ho una grave malattia”.

“Quando si trattò di cambiare presidente, a fine 2012 proposero a me l’incarico: la cosa mi fece molto piacere e io accettai. Però allo stesso tempo fui molto chiaro già allora, specificando che non avrei fatto il presidente a lungo e che mi sarei fermato a fine 2013. Poi sono subentrare delle direttive a livello nazionale in seguito alle quali scelsi di proseguire ancora un anno”.

 

Per quanto riguarda i presunti screzi con il presidente nazionale Francesco Rocca?

“Confermo che la mia scelta di lasciare la carica è dovuta ai motivi personali di cui ho parlato. Certamente sono entrate in gioco anche certe situazioni, rapporti e delusioni. Quando salì alla ribalta delle cronache la questione della sede di viale Malta e della sua ristrutturazione e quando si parlò delle incertezze dovute all’imminente privatizzazione dissi che mi aspettavo risposte anche da Roma. Ebbene Rocca interpretò le mie parole come una sorta di attacco personale intravedendo una presunta volontà da parte mia di mettermi in mostra. Chiaro che non era così, ma i sospetti del presidente nazionale portarono certamente a incrinare i nostri rapporti. E non mi nascondo, sicuramente anche questa vicenda ha influito sulla mia decisione, però, come detto, si tratta di una scelta che avevo assunto già al momento della mia elezione”.

“Non è una decisione che prendo con serenità, il dispiacere è tanto anche perché la Croce Rossa è la mia vita. Tutti coloro che oggi ricoprono un ruolo all’interno della Croce Rossa di Piacenza li ho scelti io, ma non l’ho fatto basandomi su antipatie e simpatie: l’ho fatto scegliendo coloro che ritenevo i migliori, sempre nell’interesse dell’associazione, ascoltando i consigli di tutti e cercando di mantenere vivi quei valori sui quali la Croce Rossa è stata fondata”.