Dipendenti della Provincia preoccupati: “Piacenza in Emilia unica soluzione”

I dipendenti della Provincia di Piacenza chiamati a raccolta dal presidente Massimo Trespidi per guardarsi negli occhi e affrontare le incertezze che l’abolizione della Provincia comporta. Erano tutti presenti questa mattina, tante le proposte, tanta la preoccupazione. Un’assemblea nel corso della quale Trespidi ha voluto chiarire lo scenario attuale a quei lavoratori che, con il riordino alle porte, rischiano di perdere il posto.

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“E’ una giusta preoccupazione – spiega Trespidi – perché il quadro è ancora carico di incertezze. Dal punto di vista costituzionale perché stiamo attendendo la sentenza di due ricorsi: il primo delle Provincie al Tar e quello di alcune Regioni alla Corte Costituzionale. Sentenze che potrebbero davvero cambiare notevolmente il panorama attuale. Vi è poi un’incertezza di tipo politico e istituzionale che dipende dalla conclusione degli iter regionali di questo provvedimento e poi dalla sua fase nazionale e governativa. Nonostante questo stiamo lavorando con grande impegno per garantire un futuro immediato che oggi significa accorpamento di Piacenza a Parma e speriamo che il Cal, nel corso della riunione del 1 ottobre, confermi questa indicazione senza cambiare le carte in tavola. D’altra parte lavoriamo anche per una maggior precisione in fatto di competenze che le nuove Provincie dovrebbero avere in seguito al riordino: rimane infatti in sospeso il trasferimento da parte della Regione delle deleghe all’agricoltura, mercato del lavoro e formazione professionale, sulle quali la Regione non si è ancora espressa chiaramente”.

 

Come si possono rassicurare i dipendenti?

“Ho fiducia nel fatto che ci sia la volontà di mantenere il presidio territoriale e amministrativo della realtà provinciale sul territorio di Piacenza” commenta Trespidi. “Questo sarà l’oggetto della trattativa che dovremo fare con Parma”.

 

Ma come la pensano i dipendenti? Abbiamo chiesto il parere ai diretti interessati.

“Vogliamo chiarezza in merito a ciò che è successo in seno al Consiglio per le Autonomie Locali, visto che Trespidi aveva assicurato un mese e mezzo fa al nostro sindacato che il referendum era inutile” spiega uno dei presenti. “Ci aspettiamo che la classe politica si dia da fare per restare in Emilia Romagna: la Provincia infatti lavora da trent’anni su deleghe della Regione, mentre la Lombardia è un’invenzione politica che non serve a nessuno nemmeno ai dipendenti”.

La permanenza in Emilia come prima scelta è confermata da più parti.

“Nel nostro interesse è conveniente restare in Emilia. Sappiamo però che nel caso si procedesse al referendum il rischio di passare in Lombardia aumenterebbe considerando che numerosi piacentini percepiscono lontana la Regione Emilia Romagna”.