Sagre e commercio, tavola rotonda a Cadeo: “Confronto via di convivenza”

Il percorso verso la civile e costruttiva convivenza di sagre e pubblici esercizi passa attraverso “nuove regole” e il “confronto tra categorie” affidato a “interlocutori definiti”.  L’incontro tra associazioni e istituzioni di questa sera, in sala consiliare a Cadeo – promosso dall’amministrazione comunale e durato quasi tre ore – ha aperto la strada a confronti territoriali nella redazione dei calendari degli eventi comunali,  per conciliare le rispettive esigenze delle pro loco e dei commercianti che chiedono di non essere penalizzati dalla somministrazione ‘volontaria’ di alimenti e bevande che, dicono, crea concorrenza in casa, a condizioni differenti sotto il profilo fiscale e – in generale – dei costi.

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Federazione italiana pubblici esercizi, rappresentata dal presidente Cristian Lertora e l’Unione nazionale pro loco d’Italia, presente col presidente provinciale Franco Villa, si sono entrambe dette disponibili a collaborare, raccogliendo l’invito del sindaco Marco Bricconi a «evitare le contrapposizioni, capire i problemi e affrontarli insieme».

Tra i commercianti non sono mancate le accese prese di posizione di chi chiedeva tagli netti e drastici al calendario delle sagre, ma il sindaco Bricconi ha sottolineato come «lo strumento normativo non consenta di selezionare gli appuntamenti, nel momento in cui da parte di ogni associazione proponente ci sono le garanzie per il rispetto delle normative in vigore». A questo riguardo il consigliere regionale della Lega Nord Stefano Cavalli ha presentato una proposta di legge ad hoc a sua firma, già protocollata dagli uffici della Regione, proprio con l’obiettivo di fissare un quadro di regole per il settore. La proposta prevede che nei confini comunali operi una sola pro loco, favorisce il confronto e il lavoro di squadra e prevede un apposito albo al quale ogni pro loco è tenuta a iscriversi. Le modalità di iscrizione saranno decise dalla giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente. Sarà la stessa giunta regionale a decidere contributi e l’eventuale assegnazione di strutture in comodato.

«L’Emilia Romagna – ha spiegato Cavalli – è una delle poche regioni sprovviste di regolamentazione specifica, in un settore che chiede e necessita di regole. Commercianti e pro loco devono infatti poter lavorare insieme per valorizzare insieme i prodotti del nostro territorio. Inconcepibili, ad esempio, le ‘feste della paella’. Le pro loco devono essere il ‘braccio operativo’ per portare gente sul territorio, con beneficio di tutti». E se l’assessore comunale  Giovanni Cerioni ha spronato «tutti» a «mettersi in gioco», «a puntare sulla qualità», aprendo alla prospettiva dell’illustrazione in sede di consiglio comunale dei bilanci delle pro loco (rispondendo ad alcune considerazioni in ordine alla «necessaria rendicontazione dei ricavi delle feste» giunte dal direttore Confesercenti Fausto Arzani) , il presidente Unpli Villa ha manifestato disponibilità a fare un passo nella direzione dei commercianti. A tal fine si è mostrato possibilista, ad esempio, sull’ipotesi di affidare alle stesse pro loco il pagamento della tassa sui rifiuti, rispondendo a una delle sollecitazioni della Fipe.  Villa ha anche «sfatato alcuni luoghi comuni». Primo fra tutti quello sui numeri. «Degli 870 eventi – ha detto – che complessivamente si tengono nella nostra provincia ogni anno, solo duecento circa sono organizzati dalle pro loco».

La via della mediazione l’ha indicata l’onorevole Pd Paola De Micheli. «E’ necessario trovare un equilibrio – ha precisato – tra una regolamentazione ‘larga’ delle sagre (che non spazzi via, cioè, lo slancio di chi lavora per il territorio) e l’esigenza della ristorazione di essere più attrattiva per la famiglia». Qualche esempio: «Pacchetti di offerte, scontistiche, menù fissi, iniziative condivise con i commercianti».

Un appello a favore di una «maggiore coesione», anche da parte dei commercianti, è arrivato dal sindaco di Monticelli Michele Sfriso, mentre il primo cittadino di Caorso, Fabio Callori ha rimarcato la «mancanza di un quadro normativo di riferimento» e si è detto disponibile a nuovi appuntamenti di confronto per «trovare punti di sinergia». Diversi gli amministratori in sala. Era presente anche il direttore della Confcommercio Giovanni Struzzola. Paolo Rizzi, direttore del Laboratorio di Economia locale dell’Università Cattolica, ha sottolineato come «nelle dinamiche storiche tra profit e non profit», il tema del commercio sia emerso solo da pochi anni, «da quando ci si è cioè resi conto che senza pubblici esercizi è impossibile rivitalizzare le nostre città».

Intanto la Fipe, «per mostrare la qualità della ristorazione professionale» (come sottolineato da Lertora) e il Comune di Agazzano, il 30 settembre, dalle 11 nella piazza principale del paese promuoveranno “Convivio”, una «giornata della buona cucina» e del buon bere. In una cucina al centro della piazza ogni due ore si alterneranno gli chef dei ristoranti territoriali. Attorno, gli stand delle cantine locali proporranno degustazioni dei propri vini. «Un evento pilota» ha detto Lertora, «per mostrare che in alcune occasioni possiamo ‘cambiare pelle’ e dimostrare il valore aggiunto della ristorazione professionale».  

Il confronto sul tema proseguirà il 25 settembre alle 15 all’Unione commercianti con Fipe, sindaci e ristoratori. «In quell’occasione – ha spiegato Lertora – vogliamo avviare i tavoli di lavoro sul commercio, ciascuno dedicato ai problemi di una diversa vallata».