Un sistema basato su quattro unioni di Comuni comprendenti gli enti delle quattro vallate piacentine: Val d’Arda, Val Trebbia, Val Nure e Val Tidone. Questa la proposta avanzata dall’Italia dei Valori in alternativa all’accorpamento di Piacenza ad altre provincie come Lodi o Parma. In merito all’abolizione delle Provincie, infatti, ogni ente può formulare una proposta di riordino al Consiglio delle Autonomie Locali. Proposte che il Consiglio a sua volta dovrà avanzare alla Regione entro il 3 ottobre e la Regione a sua volta al Governo entro il 25 ottobre.
L’Idv da sempre si esprime in favore dell’abolizione delle Provincie, ma allo stesso tempo rimarca la netta differenza che esiste tra l’istituzione politica e l’entità geografica con le sue componenti storico-culturali ineludibili. Da ciò deriva questa proposta di riordino. Al posto di un ente unico quindi quattro unioni di Comuni in riferimento alla vallata di appartenenza e alle quali attribuire la gestione di funzioni, servizi e infrastrutture comprensoriali oggi gestite dall’ente Provincia e dalle Comunità Montane.
In questo modo le funzioni pubbliche sarebbero suddivise tra Comune, Unione dei Comuni delle vallate e Regione.
Alla Regione rimarrebbero: la pianificazione e la valorizzazione territoriale e la pianificazione dei trasporti in ambito ex provinciale compresa l’autorizzazione e il controllo in materia di trasporto privato e gestione delle strade ex provinciali.
Al Comune o all’Unione dei Comuni sarebbe invece affidata la programmazione della rete scolastica e la gestione dell’edilizia scolastica relativa alle scuole secondarie di secondo grado ubicate nel territorio di rispettiva competenza.
Nello specifico le funzioni in materia di formazione professionale e mercato del lavoro sarebbero affidate invece al Comune.
Qualsiasi altra funzione la Regione vorrà destinare ai Comuni o all’Unione dei Comuni, dovrà essere reindirizzata all’ente responsabile entro il 31 dicembre 2012.
Oltre alla ridistribuzione delle funzioni, l’Idv chiede che i risparmi di spesa dovuti alla soppressione della Provincia siano destinati alla copertura degli eventuali mutui, prestiti e situazioni debitorie contratte dalla stessa Provincia.
La redistribuzione dei saldi, obiettivo del patto di stabilità tra i diversi livelli di governo interessati dal riordino, dovrà essere congelata per il periodo necessario a completare il passaggio delle funzioni.