Prosegue lo stato di caos nel consiglio d’amministrazione di Seta, la società di trasporti della Regione in cui dall’inizio dell’anno si è aggregata anche Tempi spa e che è composta da cinque componenti. Venerdì scorso si sono dimessi l’amministratore delegato Claudio Ferrari (in quota alla società Fer) e Leblanche, rappresentante della società francese Herm. Le ragioni delle dimissioni starebbero nella “guerra” di potere che si è innescata tra i vari territori rappresentati nella governante dell’azienda.
A questo riguardo, sono state comunicate questa mattina le dichiarazioni dell’onorevole Tommaso Foti del PdL: “L’azienda più significativamente coinvolta nei servizi al cittadino, tale essendo il trasporto pubblico, è rimasta senza i vertici amministrativi – ha detto – “e si fa finta di niente. Il Comune di Piacenza, che di Seta è il principale azionista piacentino e che nel Consiglio di Amministrazione della stessa esprime un proprio rappresentante, batta un colpo”.
“Le motivazioni con le quali i due consiglieri di amministrazione – entrambi espressione del socio privato dell’azienda di trasporto – si sono dimessi, non possono essere sottovalutate. All’accusa agli Enti Locali di non provvedere a sostenere economicamente la società secondo gli accordi stipulati, si deve dare una risposta forte e chiara, indipendentemente dal fatto che questo risponda o meno a verità”.
“La fusione di Tempi in Seta, primo disegno precursore di quell’area vasta amministrativa che oggi si vorrebbe applicata anche al riordino delle Province, in realtà fu dall’inizio una ciambella senza il buco, essendosi sfilata Parma e ben sapendo che soprattutto i conti economici dell’azienda di trasporto pubblico di Reggio Emilia facevano rabbrividire”.
“Da parte dei piacentini l’assenso all’operazione avvenne come noto sulla base di precise promesse dell’Assessore regionale Peri di sostenere economicamente da parte della Regione la fusione, evitando quindi agli Enti Locali di dovervi provvedere con le risorse economiche dei propri bilanci. Ora qui deve essere chiarito una volta per tutte se le promesse fatte dall’Assessore Peri sono state onorate o se invece da qui a qualche giorno, magari in occasione di una variazione di bilancio, i soldi dei piacentini dovranno essere per l’ennesima volta utilizzati per far fronte ai mancati impegni della Regione”.
“Ma se così dovessero stare le cose, allora non si vede perché Tempi non sia stata tenuta in piedi ancora un anno – come la Legge consentiva – e non siano state prese in considerazione prospettive di integrazione che promanavano da privati, ad esempio la Star di Lodi, per dare invece spazio a una scelta partitica più che industriale”.
“In ogni caso, appare indispensabile che il Sindaco Dosi o l’Assessore delegato Timpano informino adeguatamente il consiglio e la città sulle scelte che l’Amministrazione comunale intende porre in essere”.