“Beppe Grillo governerà anche da un tabernacolo?”. E’ la stoccata di un Pierluigi Bersani a tutto campo, intervenuto in serata alla Festa del Partito Democratico di Piacenza dedicata al terzo settore. L’aria di casa sembra fare bene al segretario, che tranquillamente è tornato sulle polemiche recenti con il Movimento 5 Stelle, sottolineando che il Paese non ha certo bisogno “di chi parla da un tabernacolo e non sai dov’è e non risponde a nessuno”.
E sempre sul Movimento 5 Stelle ha spiegato: “Ho sempre detto che alla sua origine contiene delle domande che interrogano anche noi, che interpellano tutti, su temi come la sobrietà della politica e meccanismi nuovi di partecipazione, c’e’ la rete, ci sono tanti temi che bisogna affrontare. Dopo di che su quel movimento si è sovraccaricata una dinamica per cui comincia a venir fuori che non c’è né destra né sinistra, che gli evasori puoi prenderli ma anche non prenderli. E soprattutto è venuto fuori un linguaggio inaccettabile” concludendo sul tema con un monito: “Attenzione, fenomeni di regressione paurosa ci sono in tutta Europa, su quello io non farà passi indietro”.
Nessuna contestazione a Piacenza o momenti di tensione, come avvenuto in altre feste democratiche, solo l’incontro imprevisto con un gruppo di esodati della provincia di Lodi, con i quali ha parlato, gli è stato consegnato un documento con alcune richieste ma, dall’espressione è apparso ben poco convinto di poterli accontentare.
Il resto del dibattito, nonostante le irriverenti domande del comico Dario Vergassola, è stato tutto dedicato alla politica. Sulle primarie ha chiarito: “Queste non sono votazioni di partito, che si faranno l’anno prossimo contestualmente al congresso, ma le primarie per scegliere un candidato premier del Governo. Se si vuole ribaltare, rottamare, lo si fa nel percorso congressuale e delle primarie”. Anche perché per Bersani “chi vince vince, chi perde perde anche per un voto ma non succede niente nel Pd”.
Sulla possibile coalizione con Pierferdinando Casini il segretario è sempre convinto di poter tenere assieme in un progetto di Governo l’Udc e Sel di Vendola: “Lui organizzerà il centro. Dopo di ché io dico che noi progressisti faremo una proposta aperta a forze liberali, democratiche, costituzionali che siano europeiste, saldamente costituzionali, intenzionate a combattere la deriva berlusconiana, leghista, populista”.
Il Partito Democratico appare invece sempre più distante dal vecchio alleato Antonio Di Pietro: “’Sulla ‘foto di Vasto‘ ho sempre detto che ci si è dimenticati il sonoro” – e ha continuato – perché non possiamo presentarci alleati tra gente che si insulta. Sono stato insultato, ma avessero insultato solo me sarebbe niente. E’ che se la stanno prendendo anche con il Presidente della Repubblica, e questo non e’ accettabile. La foto di Vasto aveva un sonoro, e io ho tenuto fermo le cose che dissi in quell’occasione”.
Ma l’attenzione della sala, gremita durante il dibattito, è stata rubata per alcuni istanti dall’ex sindaco Roberto Reggi, oggi capo della campagna elettorale di Matteo Renzi. E così non è mancato un botta e risposta, seppur a distanza tra i due, un tempo vicinissimi nelle scelte a Piacenza ma non solo. “Non è un derby. Reggi andava bene come sindaco e anche come cantante, dato che ci ho fatto qualche cantata assieme in piazza Cavalli dopo le vittorie” – ha ironizzato – “lui evidentemente ritiene che Renzi sia meglio per fare il capo del Governo ma ci vogliamo bene comunque”. Pronta la risposta dell’ormai ex delfino: “Sono venuto ad ascoltare il mio segretario nazionale, perché no?, anche a studiare un possibile rivale di Renzi alle primarie del Pd”.
Sempre l’ex sindaco Reggi ha però ammesso il chiarimento avuto con il vicesegretario nazionale del Pd, Enrico Letta, nei giorni scorsi: “Abbiamo discusso su linea politica che non condividiamo. Il partito si sta spostando sempre più a sinistra e non è quello che avevamo pensato”, concludendo lapidario: “Oggi con lui ha spazio gente giovane ma con idee antiche più del nonno di Letta”.