La Giunta regionale presenti ricorso alla Corte costituzionale contro la norma contenuta nel decreto sulla cosiddetta ‘Spending rewiew’, recentemente convertito in legge, che prevede il riordino delle Province.
È l’impegno chiesto all’esecutivo regionale in una risoluzione presentata da Andrea Pollastri (Pdl) a proposito dell’articolo 17 del Dl. 95/12 (come convertito in legge). In base ai criteri della nuova norma – segnala il consigliere – la Provincia di Piacenza, “con i suoi 152 anni di storia, prima delle Province emiliano-romagnole ad aver aderito allo Stato italiano unitario” dovrebbe essere oggetto di accorpamento. Va però segnalato – sottolinea ancora Pollastri – che la gestione amministrativa e contabile dell’ente “è sicuramente virtuosa, tanto da non determinare alcun aggravio di oneri per i conti pubblici”.
L’esponente del Pdl fa presente che “l’amministrazione provinciale di Piacenza “ha annunciato la volontà di ricorrere al TAR contro l’accorpamento forzato deciso dal Governo. Non rientra, invece, tra i poteri attribuiti alle Province quello di adire la Corte Costituzionale, potere che, invece, spetta alle Regioni”. Di qui la richiesta alla Giunta regionale.
In proposito nella risoluzione si sottolinea che la formulazione dell’art. 17 del citato decreto sembrerebbe violare gli artt. 5 e 133 della Costituzione. “In particolare – si legge – l’art. 5 individua come pilastro dell’ordinamento statuale il decentramento, che serve per avvicinare gli enti locali ai cittadini, non per allontanarli come avverrebbe nel caso di creazione di macro-province, il che determinerebbe, tra l’altro, un netto contrasto rispetto al principio di sussidiarietà affermato dalla Costituzione. L’art. 133, prevede che ogni decisione in merito ai confini debba essere presa previo assenso delle popolazioni interessate”.