“Piacenza in Lombardia? I lombardi sono abituati a lavorare e produrre, per questo saremmo ben contenti di accogliere i piacentini. Ma la premessa è che questo ‘gioco al Risiko’ con le Province è un esercizio delirante di un Governo che finge di non sapere che i quattrini da risparmiare sono al Sud”. Parola del neosegretario della Lega Lombarda Matteo Salvini, europarlamentare, l’altra sera alla festa delle Lega di Podenzano (Piacenza), nel giorno seguente alla visita del collega eurodeputato veneto Lorenzo Fontana e di molti esponenti di primo piano della nuova organizzazione leghista. Salvini ha incontrato alcuni sindaci, “freschi” di confronto – nell’area feste dei giardini Hawaii – sul provvedimento di ridisegno delle province inserito nella “revisione della spesa” pubblica. Dal dibattito tra i primi cittadini è emersa “ferma opposizione” alla cosiddetta “Spending review” e la generale richiesta di ‘salvare’ le Province “meritevoli, virtuose ed efficienti”. Contenuti inseriti nel documento che circola da oggi tra i 48 municipi piacentini e mercoledì sarà posto all’attenzione dell’assemblea dei sindaci in programma a palazzo Garibaldi alle 21, come base per un lavoro comune e per la condivisione.
La versione finale del testo sarà inviata al Governo in primis e, per conoscenza, all’Europa e alla Regione. Salvini si è già dichiarato disponibile a recapitare personalmente la missiva in sede Europea e così pure Mauro Manfredini e Stefano Cavalli, i consiglieri regionali della Lega Nord ieri sera a Podenzano. Il deputato piacentino Massimo Polledri si è detto disponibile ad attivarsi presso il sottosegretario all’economia Gianfranco Paolillo e ha proposto un “faccia a faccia” con una delegazione di amministratori piacentini.
La prima versione del testo condiviso è il frutto di un ampio confronto tra oltre 20 amministratori territoriali e chiede all’Esecutivo un impegno a introdurre nei criteri di selezione delle Province “virtuosità, merito ed efficienza degli enti”, oltre che la loro “storicità” (quella piacentina ha 152 anni di vita), la promessa di diffusione di “una rendicontazione precisa sui presunti risparmi derivanti dall’attuazione del provvedimento”, “informative puntuali sugli sviluppi decisionali”, “una fase di coinvolgimento dei territori nelle scelte” e “tempi certi”. Ancora, al Governo i sindaci chiedono: “L’impegno a mantenere un coordinamento territoriale e adeguata autonomia ai territori”, a mantenere (o istituire) anche “una sede di condivisione delle scelte territoriali” e – in generale – a “preservare enti e servizi efficienti”. Tra le richieste anche quella di “inserire il tema del futuro delle Province in un più ampio dibattito sul riassetto istituzionale dello Stato” e a “valutare la possibilità di trasferire competenze dalle Regioni alle Province, per garantire maggiore vicinanza dei servizi al cittadino” e, anche, “alla luce dei fallimenti di alcuni tentativi di accorpamenti (si veda il caso delle Ato)”.
IL DIBATTITO:
A rompere il ghiaccio il sindaco di Podenzano Alessandro Ghisoni, battagliero sul fronte referendum. “Oggi siamo una provincia di confine. A questo punto perché non avviare una consultazione popolare? E’ la più grande prova di democrazia in Italia” ha detto. “Il tema – ha spiegato Ghisoni – non può essere quello di mettere in discussione enti virtuosi, piuttosto come riordinarne le funzioni. Personalmente sarei per ‘fare pulizia’ di tanti enti accessori inutili e affidare maggiori competenze alla Provincia di Piacenza”. Il sindaco di Pontenure Angela Fagnoni si è scagliato contro “un metodo, quello dei tagli lineari, che non ci piace” auspicando – con il collega di Rottofreno Raffaele Veneziani – “che ogni riorganizzazione non sia svincolata da una valutazione sull’efficienza degli enti”. Se proprio la cancellazione della provincia piacentina dovesse essere inevitabile, Fagnoni pensa a “un ente di secondo livello di area vasta a servizio e in diretto contatto con i Comuni”.
L’assessore di Rottofreno Gianmaria Pozzoli parla di “risparmio sui costi tutto da vedere” e auspica, piuttosto, che ad essere rivista sia piuttosto l’organizzazione delle prefetture, che sembra un doppione con le questure”. Con l’occhio sempre puntato al “passaggio in Lombardia”.
La preoccupazione del vicesindaco di Fiorenzuola Giuseppe Brusamonti, è innanzitutto che sul territorio rimanga un “centro di coordinamento”, fermo restando che “è difficile pensare che servizi come i centri per l’impiego possano frammentarsi tra i Comuni o, al contrario, svincolarsi dal territorio”. Marco Bricconi, sindaco di Cadeo, è stato netto: “Dal referendum deve emergere la posizione dei cittadini sul mantenimento, o meno, delle Province, ma – in nome del principio di autodeterminazione dei popoli – non ci sto a che siano altri a decidere per noi”. Ferma opposizione a Parma l’ha espressa Gabriele Girometta, sindaco di Cortemaggiore: “Guardiamo a un modello di efficienza. Parma, col suo Comune da due miliardi di euro e nemmeno la presenza di un inceneritore nella provincia, non può essere tale”.
Per Manuel Ghilardelli (Ziano) andrebbero colpiti i “veri centri dello spreco, e al Sud ce ne sono tanti”. “Basterebbe – ha detto – introdurre i costi standard per risparmiare molto di più”. Grandi perplessità le ha espresse anche il vicepresidente della Provincia Maurizio Parma. “Difficile pensare a risparmi – ha detto –, piuttosto ad aggravi di spese se il personale dovesse passare alla Regione. E sulla riorganizzazione dei servizi si corre il rischio di innescare il caos”. Il consigliere provinciale Giampaolo Maloberti se la prende con Monti e la sua squadra: “Fortuna che sono bocconiani, questi sono freddi calcoli ragionieristici che penalizzano gli enti virtuosi”.
In chiusura appello, condiviso, all’unità del sindaco di San Giorgio Giancarlo Tagliaferri. “I Comuni hanno bisogno di tutto fuorché di essere ulteriormente penalizzati da scelte che passano sopra le nostre teste. Per questo dobbiamo essere uniti e fare squadra per opporci a questa ‘spending review’ e far sentire la nostra voce”. Provocatoria la proposta del segretario provinciale della Lega Pietro Pisani: “Il futuro è l’Europa dei popoli, per questo proponiamo di eliminare il potere centrale di Roma, piuttosto che quello provinciale. Oggi lo Stato è sempre più privato delle proprie prerogative, non ha più il potere di batter moneta ed è sempre più dipendente dall’Europa. Abolirlo sarebbe la vera forma di risparmio”. Grande la partecipazione. Tra le altre istituzioni che hanno preso parte all’appuntamento: l’assessore di Castelvetro Annarita Volpi (in rappresentanza del Comune), l’assessore di Cortemaggiore Matteo Rancan, il vicesindaco di Lugagnano Danila Pedretti, l’assessore di Nibbiano Albino Cassi, l’assessore provinciale Massimiliano Dosi ed Elena Murelli, capogruppo di minoranza del Comune di Podenzano.