Si ritroveranno mercoledì 18 luglio alle 21 a Palazzo Garibaldi il presidente della Provincia Massimo Trespidi e i 48 sindaci della Provincia, convocati per definire un percorso istituzionale condiviso sulla ormai certa soppressione della Provincia di Piacenza. La riunione servirà ad assumere un orientamento, nella prospettiva di salvaguardare l’integrità e la possibilità che la provincia di Piacenza continui ad esistere, fanno sapere da via Garibaldi nella convocazione dell’incontro.
Intanto è fissata per il 24 luglio la manifestazione di protesta indetta dall’Anci contro i tagli contenuti nella spending review. Davanti al Senato, l’associazione Nazionale dei Comuni chiederà un incontro al presidente, Renato Schifani, perché vengano apportati dei miglioramenti che impediscano tagli forti agli Enti Locali con la conseguenza del rischio di aumentare le imposte locali, come ha spiegato il presidente Anci, Graziano Delrio.
Tra i punti dolenti sollevati dai sindaci, la soppressione delle provincie che non rientrano nei parametri imposti dal decreto che entro fine luglio, dopo il voto della Commissione Bilancio, tornerà alla Camera.
Sulla quanto mai possibile cancellazione della provincia di Piacenza, a intervenire oggi sono i due parlamentari piacentini, Tommaso Foti del Pdl e Paola De Micheli del Pd.
Se per l’onorevole De Micheli il testo del decreto è “un pasticcio” che si augura possa essere modificato in più punti, dal canto suo Foti ha parlato di “una strada senza ritorno”.
Contrarissima all’ipotesi di referendum la parlamentare piacentina perché “l’Emilia è un posto dove stiamo bene e non potremmo trovare di meglio”. Unica strada percorribile per non subire l’accorpamento, invece per l’azzurro Foti: “Se non si vuole finire aggregati in Emilia Romagna bisogna indire un referendum per passare ad un’altra Regione, nel merito la Lombardia – chiosa Foti che prosegue – Si tratta di un ragionamento politico, ma anche di senso logico per non finire aggregati, ma per essere protagonisti nell’aggregazione dei comuni lombardi”.
“Sono contrarissima a questa riforma – ha dichiarato la parlamentare piacentina – per quanto riguarda la provincia di Piacenza i comuni pensano ora di potersi spostare dove preferiscono. Questo non ha niente a che vedere con la realtà del nostro territorio, in alcun modo utile a migliorare i servizi ai cittadini. Bisogna riconoscere che il potere dovrà gradualmente passare ai Comuni e superare i quattro livelli elettivi che abbiano nel nostro Paese.
“Si deve tornare alla norma precedente che prevede la chiusura delle Province al termine del loro mandato – ha proseguito la De Micheli – Sono per il mantenimento del presidio territoriale provinciale con un meccanismo di conferenza dei sindaci che è un livello di secondo grado”.