La Lega Nord riparte da Roberto Maroni. Tutti i delegati piacentini, 15 (11 eletti e 4 di diritto) sui 630 complessivi (614 quelli presenti, il 97%) hanno votato a scrutinio palese (dopo la mozione del presidente Luca Zaia) per il neosegretario federale, proclamato alle 14 circa di oggi al Forumnet di Assago, sede del quinto congresso della storia leghista. Al palasport milanese oltre 8mila presenti sugli spalti, 103 pullman nei parcheggi , 250 volontari impiegati, tv e media da tutta Italia e oltre. Il maxiappuntamento del Carroccio ha decretato anche la riconferma di Maurizio Parma (che al congresso ha ricoperto l’incarico di segretario dell’ufficio di presidenza) al consiglio federale di via Bellerio. Il vicepresidente della Provincia di Piacenza è stato eletto con 29 voti.
«Oggi non c’è una nuova Lega. Oggi riparte la Lega Nord per l’indipendenza della Padania» ha detto Maroni rimarcando il fatto che il primo punto dello statuto (appunto quello legato all’indipendenza della Padania) non è stato sfiorato dalle modifiche approvate in mattinata, che hanno interessato innanzitutto l’architettura dell’organizzazione leghista, che da ieri ha assunto la struttura di una «confederazione di nazioni» (dove per nazioni si intendono sostanzialmente le regioni).
Dal palco Maroni, dopo aver delineato l’obiettivo della «costituzione di una grande macroregione padana nella nuova Europa delle regioni e dei popoli», ha rilanciato l’idea del governatore Zaia della «regionalizzazione del debito pubblico», ha parlato della «necessità di abbattere subito del 15 per cento il carico fiscale per le imprese del Nord», di «tagliare drasticamente la spesa pubblica, eliminando almeno 10 ministeri inutili, a partire dal dicastero della coesione sociale», di «introduzione di una nuova moneta complementare». Tra le altre proposte: «Abbattere gli aiuti alle imprese decotte e imporre meno tasse alle piccole e medie imprese», «introdurre dazi e quote per tutelare il nostro manifatturiero dalla concorrenza sleale dell’estero», introdurre un nuovo sistema fiscale che preveda un’equa ripartizione del gettito delle imposte tra Comuni, Regioni e Stato, su modello svizzero». Le priorità nell’agenda politica di Maroni: «Licenziare il Governo Monti, commissariare le banche che ricevono soldi pubblici all’uno per cento e comprano titoli di stato invece di darli alle imprese», «difendere il patrimonio dei comuni, acqua in primis», «continuare senza indugio la lotta all’immigrazione clandestina, risolvere il dramma degli esodati con un patto di solidarietà tra le Regioni del Nord» e «dichiarare guerra al patto di stabilità».
«Un nuovo segretario nel segno della continuità – commenta il segretario Pietro Pisani –. Abbiamo apprezzato le nuove idee che sono emerse dal congresso di questo week end. Ripartiamo con l’obiettivo di sempre: l’indipendenza della Padania, primo punto – blindatissimo – del nostro statuto. Chi ha cercato di farci esplodere per farci dimenticare i nostri obiettivi ha fallito ed ora dovrà fare i conti con una Lega ancora più motivata, con gli ideali di sempre».
Al termine del congresso il segretario ha incontrato la dirigenza della sezione leghista di Terno d’Isola (Bergamo) – gemellata con la segretaria provinciale piacentina – che ha consegnato ai militanti terremotati di Bondeno (Ferrara) 2.150 euro raccolti dalla vendita del grana di un’azienda mantovana colpita dal sisma. «Un gesto di aiuto concreto alle popolazioni terremotate – ha detto il segretario bergamasco Giancarlo Colleoni –. Un gesto che non ha niente di politico, ma nasce dalla solidarietà e dalla volontà di dare un contributo ai tanti sfollati a causa del sisma. Hanno contribuito anche persone che nulla hanno a che fare con la Lega. Basti pensare che ha comprato il grana anche un esponente di primo piano della dirigenza locale dei comunisti italiani».