Mettere a frutto i beni comunali, per creare flusso di cassa. E’ l’obiettivo della Fondazione patrimonio comune creata dall’Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani) insieme alla cassa previdenziale dei geometri e operativa dalla scorsa settimana. Public Policy ne parla con il suo presidente, Roberto Reggi, ex sindaco di Piacenza. “La fondazione è nata per supportare i comuni, garantire interlocutori finanziari pronti a partecipare alle gare, e risorse per i sindaci spendibili già nel bilancio 2013. Oggi i comuni hanno come unica leva di sviluppo la valorizzazione dei propri beni demaniali, ma non tutti sono in grado di fare autonomamente questa azione di valorizzazione, perché sono piccoli, hanno strutture tecniche limitate. E poi c’è la confusione dettata dalla continua modifica delle norme”. L’incertezza normativa e la burocrazia sono il primo ostacolo. Spiega Reggi: “La continua modifica delle norme, da ultimo nella legge finanziaria e in ‘Salva Italia’, impedisce alle amministrazioni di avere certezza nel percorso amministrativo, senza che questo possa essere impugnato o subisca ricorsi da parte di soggetti che si troverebbero esclusi in caso di bando di gara”. Il primo passo per attrarre investitori, anche esteri è proprio un percorso più lineare: “Se il privato avesse la certezza dei tempi, che nel giro di un anno tutto il processo di valorizzazione, interno all’amministrazione, si concluda (dalla delibera di giunta, all’accordo con il demanio e i beni culturali nel caso di immobili vincolati, fino all’approvazione in consiglio comunale del piano di valorizzazione, arrivando alla costruzione e valorizzazione del bando), troveremmo immediatamente tantissimi investitori esteri disponibili a venire in Italia”.