“Occorre stabilire forme di gemellaggio stabile tra Piacenza e un’area specifica tra quelle colpite dal sisma per offrire risposte appropriate ai bisogni della popolazione, la Provincia assuma un ruolo di capofila e di coordinamento”. Lo afferma il consigliere regionale piacentino del Pd Marco Carini, che sabato ha visitato insieme ai colleghi Palma Costi e Gabriele Ferrari, i comuni del modenese di S. Felice sul Panaro e Mirandola, duramente colpiti dal sisma.
Carini sottolinea la grande voglia riscatto che anima la popolazione e le imprese del territorio: “Ho incontrato il sindaco di S. Felice e ho avuto la possibilità di visitare il punto medico avanzato (Pma), allestito per far fronte all’inagibilità della struttura sanitaria di Mirandola. In poco tempo è stato realizzato un centro di assistenza medica con importanti specialità al servizio della popolazione: in quest’area sono venuti meno ben 600 posti letto. Il lavoro instancabile di volontari, medici e infermieri è assolutamente encomiabile: loro stessi sono sfollati e si prodigano ogni giorno con un livello di organizzazione e di motivazione elevatissimo, pur in una condizione di precarietà”. “Da questa visita – aggiunge – ho colto un’esigenza forte: tutte le istituzioni gli enti e le associazioni piacentine che intendano far pervenire gli aiuti devono riuscire a canalizzarli verso un unico territorio tra quelli colpiti, con il quale stabilire un gemellaggio stabile. E’ soltanto creando questo filo diretto tra comunità che si possono infatti soddisfare i bisogni delle persone e offrire aiuti appropriati e rapidi, che rispondano alle loro effettive necessità”. “Credo che questo sia il modello vincente – aggiunge – da perseguire nei prossimi giorni e per questo sono convinto che la Provincia, con l’apporto dei Comuni, debba assumere il ruolo di capofila e di coordinamento per stabilire questo gemellaggio strutturato”.
Per quanto riguarda il sostegno alle imprese, Carini fa notare come “dai distretti industriali colpiti sono emerse esigenze e richieste più specifiche che meritano risposte all’altezza anche da Piacenza”. “Il sisma ha danneggiato molti dei siti produttivi di queste zone: oltre ai capannoni sfitti, credo che le aziende piacentine possano proporre di dare continuità alle produzioni interrotte di realtà omologhe e affini, mettendo a disposizione i propri macchinari. Occorre trasformare il disastro del terremoto in un’opportunità di rinascita e di sviluppo, nell’occasione per stringere legami proficui e rapporti industriali stabili tra territori diversi: penso alle sinergie che si potrebbero far partire attraverso le reti di imprese e altre forme di collaborazione”. “La Regione Emilia Romagna, insieme alle altre istituzioni del territorio – fa notare Carini – si è assunta un ruolo guida e di regia per il supporto alle imprese colpite e per accogliere le offerte di aiuto e di sostegno: le indicazioni possono essere fatte pervenire all’assessorato alle attività produttive della Regione, agli assessorati alle attività produttive delle quattro province emiliane colpite dal terremoto, Modena, Reggio Emilia, Bologna e Ferrara, e alle rispettive Camere di Commercio territoriali”. “Occorre fare in fretta e offrire un segno tangibile – conclude Carini – di solidarietà tra distretti produttivi contigui, con l’obiettivo di rilanciare al più presto l’economia di una delle zone più avanzate del paese”.