Picchia duro Beppe Grillo, forte dei sondaggi elettorali che danno il Movimento 5 Stelle come terzo partito italiano. E nel mirino delle sue invettive, lanciate dal palco di Piacenza in una piazza Cavalli gremita, i soliti noti: dal “vecchio segaiolo Berlusconi, che insieme a Fede si diverte con il burlesque” al “topo D’Alema che, da presidente del Consiglio, la prima cosa che fece fu di regalare le concessioni dell’etere al Cavaliere per l’1%”. Ma non solo, visto che Grillo è sembrato averne per tutti.
Giunto a Piacenza per sostenere il candidato sindaco Mirta Quagliaroli e la sua lista, non ha mancato di ribadire il suo impietoso giudizio sul governo: “Monti è spietato, come sono spietati i contabili della storia. “Rigor Montis” – così Grillo ha ormai soprannominato il premier – “fa uno più uno e vuole arrivare a due per mettere a posto i conti da presentare a Bruxelles, non gli interessa se nel frattempo per arrivarci smantella lo stato sociale italiano”. E mentre lo urla, all’ombra del Gotico, la folla applaude e lo incita come in un’arena.
Ed è proprio l’affluenza della gente che impressiona, ancora più a Piacenza dove, nel pomeriggio, era in programma un comizio elettorale del Pdl locale che, complice la dipartita dell’ex Ministro Ignazio La Russa è andato semideserto.
Neppure i sondaggi sono una rassicurazione per Grillo, il quale ha spiegato la tecnica che i partiti, a suo dire, utilizzerebbero per stilarli: “Chiedono a cento persone se voterebbero centrodestra o centrosinistra. Il 99% li manda a quel paese, il restante 1% dice di non sapere”. Così, secondo Beppe Grillo il suo non è il terzo partito italiano ma “il primo movimento di cittadini in Europa”. E per avvalorare la sua tesi si rivolge alla folla chiedendo: “Chi voterebbe centrosinistra?”. Il gelo. “Chi voterebbe centrodestra?”. Niente da fare, le persone accorse sembrano essere tutte per lui e il soggetto politici che incarna.
La previsione di Grillo è impietosa verso la partitocrazia, soprattutto quando prende in esame gli sprechi e la mala gestione andata in scena in questi anni: “Dovranno restituire tutto, non pensino di scappare. Istituiremo una giuria popolare che determinerà cos’hanno rubato e lo porteranno indietro”. Parallelamente, invece, propone la sua ricetta per uscire dalla crisi: dal trovare nuovi lavori, al supporto alla ricerca, passando per il mettere in pratica il programma dei grillini “scritto dal premio Nobel Joseph Stiglitz è online da almeno tre anni”.
Non sono poi mancate stilettate alla Lega Nord con “un tesoriere che, invece di investire in Bot e Cct compra oro e diamanti e li investe in Tanzania”, al leader dell’Udc Pierferdinando Casini, definito “l’Anthony Perkins per vecchie signore”, risponde alle accuse di omofobia di Vendola, il presidente della Regione Puglia “che lo abbiamo fatto eleggere noi, visto che sembrava meno peggio dell’altro candidato in quota Caltagirone e invece nella sanità prende 140 milioni di soldi pubblici e li dà a Don Verzè. E io sono omofobo?” e infine non risparmia neppure la presidenza della Repubblica “che costa quattro volte Buckingham Palace”.
Ora, però, secondo Beppe Grillo la soluzione per uscire dal pantano nel quale l’Italia si è cacciata esiste ed è il Movimento 5 Stelle e la rete “dove uno vale uno, chiunque tua sia”. Nei sondaggi, anche se snobbati, intanto vola. Dato dal 7 al 10% ora qualcuno parla addirittura del 20. All’urlo “Italiani!” la gente esplode in un applauso che nelle piazze si confonde con le risate, mentre nelle stanze dei partiti, forse, inizia a far tremare qualcuno.