“Correre da soli? E’ un senso di liberazione per noi leghisti. Con le prossime amministrative parte la sfida della Lega Nord: fare del Carroccio il primo partito della Padania. La sfida è bella perché sembra impossibile, come sembrava agli inizi il progetto di Bossi. Ci crediamo e, come diceva Bossi, ‘chi crede sposta le montagne’”. Lo ha detto Roberto Maroni, ieri dal palco della Camera di Commercio di Parma, dove ha lanciato la candidatura di Andrea Zorandi. L’ex ministro dell’Interno si è detto “pronto a venire anche a Piacenza e in provincia”. Due le date ipotizzate: il 18 marzo, in occasione della storica fiera di San Giuseppe di Cortemaggiore, e il 2 aprile, a Piacenza. Presenti ieri nella città ducale: il segretario provinciale Pietro Pisani, il consigliere regionale Stefano Cavalli, il vicepresidente della Provincia Maurizio Parma, l’assessore Filippo Pozzi, il sindaco di Ziano , Manuel Ghilardelli e una decina di militanti piacentini. Nel corso dell’incontro Maroni ha messo a tacere le voci di presunti scontri interni tra lui e Bossi. “Siamo legati – ha detto – da reciproca stima e da un’amicizia vera e sincera da oltre 30 anni. Lui è il nostro leader ed è come un fratello maggiore per me” ha sottolineato. Tanti i temi trattati: dall’Ue (“da sempre sosteniamo l’idea di un’Europa dei popoli e delle Regioni, non degli Stati e centralista, non accettiamo che altri vengano a comandare a casa nostra”) alle critiche al Governo Monti. Nel mirino, in particolare: la nuova “Imposta municipale unica”, il decreto svuota-carceri e la tesoreria unica (contro cui – ha annunciato Maroni – la Lega Nord sta “studiando un ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione” e atti da sottoporre ai consigli comunali). Maroni ha parlato di un Esecutivo che “sta minando quanto di buono fatto dal precedente Governo”. Sul banco degli imputati, in particolare, il “decreto di Roma capitale”, “la cittadinanza facile (ius soli e prospettiva di voto agli immigrati)”, “l’aumento delle tasse e la riforma delle pensioni”. “Quello dei professori doveva essere un Governo di rigore, equità e crescita, si è rivelato capace solo di imporre nuove tasse” ha detto. Unica nota a favore dell’Esecutivo Monti: “Il ‘no’ alle Olimpiadi di Roma 2020”.