Anche i dipendenti della Provincia in “audizione” al consiglio provinciale del 31 gennaio (ore 15), che verrà convocato in contemporanea da tutti i 107 Enti d’Italia, così come deliberato dall’Upi nella seduta del 21 dicembre 2011.
E’ il segnale condiviso questa mattina a palazzo Garibaldi dal presidente del consiglio Roberto Pasquali e dai segretari della funzione pubblica di Cgil (Stefania Bollati), Cisl (Marco Orlandi), Uil (Gianmaria Pighi) e Usb (Laura Bergamaschi e Maurizio Lottici). Il tavolo ha fatto seguito a una precedente riunione tra lo stesso Pasquali e le Rsu della Provincia. L’intervento dei dipendenti nel corso del consiglio – già programmato – del 31 intende rappresentare al Governo e all’opinione pubblica la preoccupazione degli stessi, che chiedono – come sottolineato dai sindacati – di “avere rassicurazioni sul proprio futuro” e sulle “destinazioni d’impiego”. Sempre in vista del 31 saranno invitate anche le autorità, i segretari dei partiti politici chiamati a condividere la linea del “no” tracciata dall’Upi, le imprese e le associazioni di categoria (“per verificare quale possa essere il destino degli investimenti programmati e dei contratti in essere”), gli stessi sindacati. “Qui le ‘poltrone’ non c’entrano niente – ha detto Pasquali questa mattina –. I politici sono di passaggio, i dipendenti restano ed è nei loro confronti che manifestiamo la nostra prima preoccupazione, che si aggiunge – inevitabilmente – a quella riferita allo svuotamento di competenze di un ente come la Provincia che è sul territorio e a cui i cittadini possono fare riferimento, senza fare lunghi viaggi fino a Bologna per chiedere autorizzazioni, fare pratiche o apporre una firma”.
Per Pasquali e i sindacati l’articolo 23 del cosiddetto decreto “Salva Italia” è “anti-costituzionale”, dal momento che le “Province sono previste dalla Carta come enti di governo locale elettivi, con un proprio territorio e non possono essere modificate per decreto, ma solo con una legge di revisione costituzionale”. A questo proposito il presidente della Provincia Massimo Trespidi, con i colleghi di altre Province ha chiesto, oggi a Bologna, al governatore emiliano romagnolo (e presidente della conferenza Stato-Regioni) Vasco Errani di presentare il ricorso già prospettato da alcuni colleghi per lo stralcio del provvedimento. C’è tempo fino al 4 febbraio.