“Un fenomeno fastidioso e che può nascondere forme di sfruttamento” così Andrea Pollastri (PdL), presentando un’interrogazione in Regione sull’accattonaggio che si riscontra sui treni che attraversano l’Emilia-Romagna. Spesso capita di imbattersi in persone che lasciano in ogni fila delle carrozze biglietti con una richiesta di denaro. In questo caso, spiega il consigliere, si profila il reato di accattonaggio e oltre a questo si potrebbero configurare anche altri reati: queste persone infatti, continua Pollastri, impiegano anche dei minorenni. Per questo il consigliere chiede alla Regione di intraprendere un dialogo con la stessa Trenitalia.
IL COMUNICATO
“Spesso – spiega il Consigliere – capita di imbattersi in persone che lasciano in ogni fila delle carrozze biglietti con una richiesta di denaro, biglietti che vengono qualche minuto dopo ritirati dalla stessa persona che li ha lasciati o da un suo complice: se, come avviene nella quasi totalità dei casi, non vi sono soldi la persona chiede al malcapitato passeggero con insistenza monete e quant’altro.”
“Dapprima – prosegue – questo increscioso fatto si verificava solo sui treni regionali, da un po’ di tempo, invece, è sempre più frequente anche sugli Eurostar “Frecciabianca”, forse nell’errata illusione che l’utenza che può permettersi un treno più costoso sia anche più danarosa. A ben guardare, invece, gli Eurostar sono utilizzati da persone di tutti i ceti sociali, anche da pendolari, il più delle volte costretti a ricorrere a questo tipo di corsa per percorrere in tempi ragionevoli lunghe tratte: questi viaggiatori sono, come si suol dire, “cornuti e maziati” poiché pagano di più per avere un servizio migliore ma che migliore non è poichè, oltre ad avere i disservizi di tutti gli utenti ferroviari (ritardi, guasti, ecc.), si trovano anche in condizioni di insicurezza.
Non si dimentichi, poi, che i treni a lunga percorrenza sono spesso utilizzati dai turisti stranieri che si trovano davanti un immagine certamente non decorosa del nostro Paese.”
“La questua, nella tradizione Cristiana, – dice ancora l’azzurro – è un atto di pietà verso chi ha bisogno: in questo caso, però, si profila il reato di accattonaggio poiché chi fa richiesta, per lo più zingari, ha un bisogno economico quantomeno discutibile e chiede in modo insistente anche dopo aver avuto il “no” dei passeggeri, arrecando loro disturbo ed imbarazzo. Oltre a questo si potrebbero configurare anche altri reati: queste persone viaggiano irregolarmente, senza aver pagato il biglietto, e impiegano per la questua anche dei minorenni.”
“Chiedo alla Regione – chiosa – se sia a conoscenza del problema, se si intenda parlarne con Trenitalia per individuare una soluzione, in particolare al fine di migliorare la sicurezza sui convogli, la legalità, il decoro e la tranquillità di chi viaggia.”