Confagricoltura Piacenza si appella ai comuni perché prevedano l’aliquota minima applicabile sui fabbricati rurali. “Ci attendiamo dalle amministrazioni locali – sottolinea il Presidente di Confagricoltura Piacenza, Enrico Chiesa – che possano comprendere la grave situazione in cui versa il comparto a fronte di una manovra economica particolarmente vessatoria e che nei differenti emendamenti non ha fatto che peggiorare per gli imprenditori agricoli”. La questione dei fabbricati rurali è annosa e controversa – rileva l’Associazione degli imprenditori agricoli – da anni ci vede in prima linea perché sia evitata la doppia tassazione sui fabbricati rurali il cui reddito è già ricompreso in quello dei terreni. La querelle sull’accatastamento, l’obbligo di censirli in determinate categorie catastali con il venir meno dei tempi tecnici dall’emanazione del decreto per procedere all’operazione, l’estate scorsa, non aveva fatto che rendere la questione ancor più spinosa. “La manovra Monti vuole mettere il punto sulla questione dei fabbricati rurali – commenta Chiesa – ma lo fa con intento persecutorio senza comprendere il reale impatto che il provvedimento può avere sull’agricoltura”. L’IMU sperimentale voluta dal governo Monti colpirà tutti i fabbricati rurali a prescindere dalla loro destinazione abitativa o strumentale all’attività agricola. Con l’ulteriore aggravio che tutti gli edifici iscritti al catasto terreni dovranno passare al catasto fabbricati entro il 30 novembre 2012. Ma non finisce qui. Infatti, per evitare il pagamento dell’Ici per tutte le annualità ancora accertabili, è necessario che per gli immobili iscritti al catasto con categoria diversa da A/6 o D/10 venga presentata all’Agenzia del territorio (a meno che non sia già provveduto in tal senso) la domanda di riconoscimento. Si tratta di una corsa contro il tempo perché il termine ultimo è corrispondente all’entrata in vigore della legge di conversione del decreto Monti. L’entrata in vigore dell’IMU, prevista per il 1° gennaio 2012, inciderà pesantemente anche sui coltivatori diretti e imprenditori agricoli per i quali la disciplina del nuovo balzello da un lato non ha previsto alcuna agevolazione per coloro che conducono direttamente i terreni agricoli, dall’altro ha aumentato l’aliquota di base (0,76% cioè 7,6 per mille) e il moltiplicatore (da 75 a 130 o 110) per la determinazione della base imponibile. L’unica agevolazione riguarda l’esenzione stabilita per i terreni agricoli ricadenti nelle zone montane o collinari. “Parte da oggi un’azione di sensibilizzazione di Confagricoltura Piacenza nei confronti delle amministrazioni locali – conclude Chiesa – perché applichino tutte le riduzioni contemplate dal provvedimento a discrezione del Comune impositore. In particolare, affinché ai fabbricati rurali strumentali l’aliquota dello 0,2% (2 per mille) sia ulteriormente ridotta allo 0,1% (1 per mille). E’, infatti, indispensabile contenere i danni di un impatto che sarà in ogni modo devastante per la possibilità di sopravvivenza stessa delle aziende”.