Federalismo fiscale, al via i corsi di formazione in Provincia

Il federalismo come strumento di azione sussidiaria nei confronti degli enti. L’analisi è del presidente della Provincia Massimo Trespidi che ieri in sala consiliare di palazzo della Provincia ha introdotto il primo dei due appuntamenti di formazione interna, per professionisti e amministratori sulla cosiddetta fiscalità locale, in collaborazione con l’ordine dei dottori commercialisti e dei revisori contabili – rappresentato dal presidente Carleugenio Lopedote – e il centro di ricerca per il cambiamento delle amministrazioni pubbliche (CeCap) del direttore Elena Zuffada. Al centro l’intervento di Paolo Balduzzi docente di Scienza delle finanze presso l’istituto di Economia e finanza dell’Università Cattolica.

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“Pensiamo – ha precisato nel corso dell’intervento d’apertura il presidente della Provincia – che la riforma del federalismo non sia indipendente rispetto all’innovazione della pubblica amministrazione, ma uno strumento per rendere più operativa ed efficace l’azione degli enti locali e, quindi, rendere migliori i servizi al cittadino”.

Per la prof Zuffada il federalismo “andando nella direzione del riconoscimento dell’autonomia finanziaria degli enti, rappresenta l’altra faccia della responsabilizzazione”. La dottrina federalista “vede la possibilità di arrivare all’equilibrio del sistema favorendo l’equilibrio delle singole amministrazioni” ha precisato la docente. La sperimentazione è antica, trae origine – ha spiegato il prof Balduzzi – già dall’inizio del secolo, e si sviluppa nel corso dei decenni con declinazioni differenti. E’ del 1931 il Testo Unico della Finanza Locale (1931) che ha posto le entrate fiscali locali e comunali su una base di autonomia, con l’imposta di famiglia, le imposte di consumo, le sovraimposte sui redditi fondiari e sul reddito generale. Oggi il percorso evolutivo si traduce in 8 decreti già approvati in via definitiva (il federalismo demaniale; la determinazione dei costi e fabbisogni standard di comuni, città metropolitane e province; il federalismo fiscale municipale; l’autonomia di entrata di regioni a statuto ordinario e province e la determinazione di costi e fabbisogni standard nel settore sanitario; i meccanismi sanzionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni).

“Il federalismo” ha spiegato il docente Balduzzi, “porta con sé indubbi vantaggi”, tra i quali si annoverano: la maggiore efficienza del sistema delle pubbliche amministrazioni, l’accountability (responsabilizzazione), l’innesto di virtuose competizioni territoriali e la possibilità di sperimentare nuovi percorsi amministrativi. Il corso avviato in Provincia – come ricordato dal dottor Lopedote – è funzionale all’acquisizione di crediti formativi validi per la partecipazioni ai concorsi di revisori contabili per gli enti pubblici.

La prossima tappa del percorso di formazione interna è fissata per giovedì 15 dicembre alle 14,30 in sala consiliare di palazzo della Provincia. Sarà dedicata a: “La finanzia locale nella manovra di finanza pubblica 2011. Federalismo fiscale, come cambia l’autonomia tributaria negli enti locali (focus su Imup e cedolare secca sugli affitti), il patto di stabilità territoriale della Regione Emilia Romagna. La programmazione delle spese correnti e di investimento nel bilancio degli enti locali”.

Al tavolo dei relatori: Onelio Pignatti, direttore generale risorse finanziarie e patrimonio, Regione Emilia Romagna. Seguirà un’ulteriore giornata a gennaio per dipendenti provinciali e comunali.