Piacenza declassata dal nono al ventesimo posto nell’indice di sportività. E’ quanto emerso dallo studio effettuato dal Sole 24Ore, che mette in luce una situazione se non allarmante, almeno preoccupante. Un’escalation verso il basso dello sport piacentino trainato certo dalla retrocessione della squadra di calcio cittadina, ma non solo. La relazione prende infatti in esame anche altri aspetti, tra i quali: la presenza di spazi all’aperto e soprattutto l’organizzazione di manifestazioni sportive.
COMUNICATO CONGIUNTO PUTZU – SCIANO’
Lo Sport è mezzo di integrazione sociale e culturale della politica comunale, ma è anche leva di promozione turistica e culturale.
Ma a Piacenza i grandi spazi all’aperto della città e soprattutto le manifestazioni sportive e le società sportive sono stati fino ad oggi una grande occasione mancata o non pienamente sfruttata, da parte delle amministrazioni che negli ultimi anni si sono via via succedute.
L’importante relazione annuale de ‘Il Sole 24 ore’ sugli indici di sportività, ci ha declassato in un solo anno dalla Nona (9a) alla Ventesima (20a) posizione.
Interpretando i dati, si assiste ad un peggioramento complessivo delle componenti di sviluppo dello sport, dell’impiantistica, delle attività connesse (anche e soprattutto commerciali).
E’ un dato da poco solo se non si riesce incredibilmente a capire quello che è ormai scontato, e cioè che lo sport rappresenta uno dei maggiori fattori economici.
Nulla si inventa, bisogna usare conoscenza, intelligenza e voglia di fare.
A Parma sono diventati città europea dello sport pur non disponendo di eccellenze sportive in tutti gli sport, diversamente da noi.
E i risultati si sono visti, economici, turistici, di notorietà: niente peripezie, solo piani intelligenti e idee divenute realtà.
A Trento, Bolzano, Rimini hanno fatto dello sport un fenomeno di crescita.
Ecco quindi che un piano strategico per la nostra città non può nascere altro che con intenti che abbiano risvolti economici e turistici, sfruttando quella che possiamo definire la “leva sportiva”.
La leva sportiva. Lo sport per un Comune, non può più essere ridotto e ricondotto allo ‘stemmino’ dato come patrocinio o al contributo elargito annualmente alle associazioni e società sportive (tra l’altro sempre più risicato per via di tagli alle spese).
Lo sport per un Comune deve essere un Investimento.
Come tale, e come in un’azienda, deve produrre: produrre un movimento sportivo maggiormente contento, strutture ed impianti più funzionali, attività di marketing capaci di creare turismo e fenomeni sociali (coinvolgimento popolazione, manifestazioni in ogni quartiere..).
Questo accade nelle città più virtuose, e i risultati si vedono !!.
Come si può fare ?
Affidandosi a chi ha già esperienza in questo campo, ascoltando direttamente le società sportive, oggi interlocutori sordi e mai stimolati (gli Stati Generali dello sport sono ovunque pensati, e da noi mai fatti…). Infine, ma non per minore importanza, la sinergia con il CONI provinciale, con l’Università, con le Federazioni e con gli organi istituzionali delle altre città, province e regioni è fondamentale: le pubbliche relazioni, spesso, favoriscono sia le iniziative che la risoluzione dei problemi in modo molto più efficace e efficiente.
E con la preannunciata chiusura dei comitati provinciali del CONI, gli assessorati dovranno accollarsi nuovi compiti e responsabilità.
PiacenzA1. La nostra città è una città da A1, non solo per la posizione logistica che farebbe invidia a chiunque (pensiamo a città scomode da raggiungere), ma per l’eccellenza dello sport.
Quanti possono vantare 5 squadre quasi al ‘top level’ sportivo?
Due squadre di volley in A1, una squadra di basket in Legadue, una squadra di rugby in A1, una squadra di baseball in A2 e poi il Piacenza calcio e un movimento calcistico imponente, la pallanuoto, il tennis, la scherma e l’atletica, la grande boxe e così via.
Un bacino su cui nessuno ha incredibilmente investito, ma che ha potenzialità per ritorni economici e di marketing territoriale fuori dall’immaginabile.
Commercianti ed industriali, anche tramite le associazioni di categoria, devono essere coinvolti in un piano di marketing strategico che porti ritorni turistici ed economici.
Sembra scontato, ….ma a Piacenza pare non esserlo.
Gli impianti sportivi e i rapporti con industriali ed investitori nello sport e nel nostro territorio.
La gestione degli impianti comunali è stata fino ad oggi frutto dell’improvvisazione.
E’ mancata cioè, un’attenta programmazione, una visione complessiva dell’importanza che la pratica sportiva può rivestire nella nostra città. Si è pensato solamente a gestire e non a programmare.
Negli ultimi 5 anni abbiamo visto un’impennata degli investimenti nel settore sport grazie ad imprenditori , quasi sempre lasciati soli ma che hanno destinato notevoli risorse, spesso a fondo perduto, nello sport e nel nostro territorio, senza che i loro preziosi (quanto unici e rari in questo periodo) apporti di capitale fossero strategicamente usati come investimenti comunali.
Insufficienza di sinergie, che ad oggi hanno prodotto solo risultati sportivi (la componente che oggi c’è e domani chissà).
Non dobbiamo e non possiamo permetterci di andare incontro al domani con rassegnazione.
Disponiamo di idee, intelligenze e valori sui quali progettare nuove sfide e una nuova unità territoriale.
Lo sport è un’importante leva.
Scommettiamo su idee nuove, scommettiamo su Piacenza, scommettiamo sulla Piacenza che verrà.
Marco Scianò, consulente sportivo
Filiberto Putzu, consigliere comunale del Comune di Piacenza