Via libera ieri in commissione all’istituzione del Consiglio tributario. Ma se tutti si sono dichiarati d’accordo sulla bontà dell’organo in sè, è stato invece scontro sulla composizione: tecnici o politici? Alla fine sulla proposta dell’amministrazione di inserire nel contenitore dirigenti comunali, hanno votato a favore il Partito democratico, Api e Bruno Galvani; si e’ astenuto il Pdl insieme con Pc Tutta, Edo Piazza e Udc, mentre non ha partecipato al voto Carlo Mazza. Unico contrario Sandro Ballerini (misto). Istituto finora rimasto più sulla carta che altro, il Consiglio tributario vide la luce nel 1945, ma da allora i suoi poteri sono rimasti in un cassetto. La recente manovra d’agosto ha richiamato questo istituto prevedendo per quei comuni che l’avessero istituito entro il 31 dicembre la possibilita’ di riscuotere il 100% del maggior gettito introitato (riferito agli anni 2012-2014) nella lotta all’evasione fiscale. Circa il modello il Comune, come ha spiegato l’assessore al Bilancio Luigi Gazzola, si e’ avvalso dei consulenti dell’Anci. «Non esiste un modello che dica come deve essere composto – ha spiegato Gazzola – i Comuni hanno massima autonomia. Gli ambiti di intervento sono commercio, urbanistica e territorio, disponibilità di beni, proprietà edilizia e patrimonio immobiliare e residenze all’estero. Ha una funzione consultiva e di indirizzo per gli uffici comunali. Abbiamo pensato a un organismo snello e senza costi di cui facciano parte i responsabili dei servizi comunali che hanno competenza nelle materie in questione. Il Consiglio verrebbe inoltre aperto ai responsabili dell’Agenzia delle Entrate, dell’Inps, dell’Agenzia del territorio, della Guardia di Finanza, del ministero del Lavoro e ad esperti appartenenti agli ordini professionali. La dottoressa Savi, responsabile servizio Tributi e entrate del Comune, sarebbe proposta come presidente. L’interesse e’ «la giustizia fiscale tutelando chi le paga. Il Consiglio tributario e’ solo un organo tecnico. In esso teniamo fuori le volpi dal pollaio nel senso che è un organo imparziale» ha fatto presente Gazzola Luigi Salice (Pdl) si è detto favorevolissimo all’istituzione del Consiglio tributario, ma ha espresso qualche riserva sulla composizione («argomento sottratto al controllo del Consiglio comunale») e sui meccanismi relativi all’accertamento: «Avrei fatto nominare i componenti dal Consiglio». Ed e’ li’ che si e’ scatenato il dibattito. Dello stesso avviso del pidiellino anche Sandro Ballerini (misto), secondo cui il rischio è che «esso diventi un organismo vessatorio con aumenti indiscriminati dei ricorsi da parte dei cittadini». «La miglior composizione possibile», invece, per Giulia Piroli (Pd) che ha allontanato qualsiasi spettro di un eventuale conflitto d’interesse. Stefano Frontini (Pc Libera) ha ricordato che la proposta arriva da un governo di centrodestra. Per Giampaolo Crespoli (Api) e’ «un bene che l’organo non sia politico, ma sul quale poi «ci può essere il controllo del Consiglio, l’obiettivo primario e’ la giustizia fiscale». Si distingue nella maggioranza Giovanna Calciati per la quale il dubbio sollevato da Salice sul conflitto d’interesse «va assolutamente presa in considerazione». Giudizio positivo complessivo da parte del Pd espresso anche dal capogruppo Pierangelo Romersi. E’ comunque verosimile che il provvedimento, quando approderà i aula, potrebbe essere passibile di modifiche.
Marcello Pollastri