Dopo il grande concerto estivo ‘Le vie dell’amicizia’ e reduce dal successo di Oviedo in cui si è esibita diretta da Riccardo Muti – a cui è stato per altro conferito il Premio ‘Principe delle Asturie’ – ritorna al Teatro Municipale l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini che lunedì 24 ottobre, alle ore 20.30, inaugurerà la stagione concertistica 2011/2012 organizzata dalla Fondazione Teatri.
Con un programma classico l’ensemble si presenterà sotto la guida di Pinchas Zukerman, tra le eccellenze dell’attuale panorama musicale. Violinista, violista, acclamato concertistica, insuperabile docente – insegna alla prestigiosa Manhattan School of Music- Zukerman, lunedì sera, si presenterà nella duplice veste di solista e direttore. Similmente era accaduto la primavera scorsa quando, sul palcoscenico del Municipale, alla guida dell’orchestra, si era presentato nel doppio ruolo il pianista Michele Campanella;
Lavorare con un’unica figura d’artista, costituisce dunque per la Cherubini un progetto mirato nel cammino d’approfondimento del repertorio sinfonico.
Il concerto avrà una dedica speciale per Roberto Mori, scomparso il 5 agosto scorso. Un ricordo sentito che parte dal teatro in cui aveva lavorato per diverso tempo, ma anche dall’orchestra protagonista della serata, in quanto Mori ne era il capoufficio stampa.
Apre la serata l’esecuzione dell’Ouverture dell’Egmont di Beethoven brano che nel 1810 ‘apriva’ una produzione viennese dell’Egmont goethiano con una serie di musiche di scena. La storia del protagonista sullo sfondo di quel quadro storico, assume in Goethe i tratti di un puro eroe Sturm und Drang, nobiltà d’animo più che di sangue in cui le passioni, tra tolleranza e libertà, si mescolano e sovrappongono, La storia di Egmont non poteva non sollecitare Beethoven, spiritualmente partecipe delle vicende storico-politiche del suo tempo e della cultura idealistica che ne innervava il pensiero filosofico. Nell’Ouverture, pur nel rispetto dei principi della forma-sonata, la musica viene trasformata in un condensato dell’azione sia sul piano drammatico che su quello psicologico. A seguire il Concerto n. 5 in la maggiore per violino e orchestra K. 219 di Mozart, ultimo dei cinque concerti nei quali si avverte una generale fluidità di scrittura che evita toni tragici, seguendo quanto richiesto dal gusto “aristocratico” dell’epoca (1775): sono concerti brillanti che pur guardando alla tradizione della scuola italiana – all’arte di Tartini, Nardini e Locatelli – sono trattati con spirito ed originalità. Il Concerto in la maggiore K 219, ultimo della serie, si caratterizza poi per la straordinaria abbondanza di temi presenti nell’iniziale Allegro aperto. Da ricordare il Rondeau che presenta un peculiare episodio stilisticamente originale: si tratta di un esempio della cosiddetta scrittura “alla turca”, diffusasi in Austria alla fine del XVIII secolo, che ha poco a che vedere con la reale musica orientale, trattandosi invece di una semplice impressione di sonorità esotica creata con strumenti della tradizione musicale occidentale. Mozart considera questa scrittura di “moda” con ironia, pur sfruttando stilemi quali l’irregolarità fraseologica, cromatismi, effetti percussivi. A seguire, come brano conclusivo, la celeberrima Sinfonia n.40 in sol minore K.550 il cui primo movimento Allegro molto è tra i brani più conosciuti della musica di tutti i tempi; si presenta come una sorta di Leitmotiv che esprime “inquieta serenità”. Formato da poche note carezzevoli, sostenute dai soli archi in piano che immette subito in medias res, dando l’impressione di un inesorabile cammino già da tempo intrapreso. A parte il primo tempo, tutta la sinfonia è percorsa da una grande straordinaria coerenza strutturale, nel segno dell’unità tematica e di una sapienza compositiva senza pari.
Pinchas Zuckerman – Biografia
Considerato un autentico fenomeno, il suo genio musicale, la sua tecnica prodigiosa e costanti standard artistici continuano a conquistare da quattro decenni il pubblico e di critica. E’ parimenti apprezzato come violinista, violista, direttore d’orchestra, didatta e musicista da camera. I sui impegni, nella stagione 2011-2012, comprendono più di 100 concerti in tutto il mondo dal Nord America all’ Europa ed Asia. Da tredici stagioni è Direttore Musicale della National Arts Centre Orchestra di Ottawa, mentre da tre è Direttore Principale Ospite della Royal Philharmonic Orchestra di Londra che ha diretto in Spagna, Italia e Regno Unito; da ricordare un tour della costa orientale degli Stati Uniti e Canada. Ulteriori impegni orchestrali includono le orchestra filarmoniche di New York, Israele, Chicago, San Francisco, Oregon e la Sinfonica di San Diego. Ha diretto come ospite le più prestigiose orchestre internazionali quali Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera, Budapest Festival Orchestra, English Chamber Orchestra, OSESP Brasile, Miyazaki Festival Orchestra, Bavarian Radio Symphony Orchestra e Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. Il suo ensemble da camera, il ChamberPlayers Zukerman, viene invitato a Ravinia, Schleswig-Holstein Festival e al Toscana Sun Festival ed ha effettuato tournée in Germania, Italia, Svizzera, Croazia, Olanda, Repubblica Ceca, Stati Uniti e Canada. Negli ultimi dieci anni, si è affermato come direttore così come strumentista, coinvolgendo molte delle formazioni più importanti del mondo in una vasto numero di composizioni tra le più complesse del repertorio orchestrale. Docente impegnato quanto innovativo, Zukerman presiede la Pinchas Zukerman Performance Program alla Manhattan School of Music, dove ha aperto la strada all’uso di apprendimento a distanza della tecnologia nel campo delle arti. In Canada ha fondato l’Istituto per gli Studi NAC Orchestra e il Summer Music Institute per giovani artisti, direttori e compositori.
Nato a Tel Aviv, Pinchas Zukerman è arrivato in America nel 1962, dove ha studiato alla Juilliard School con Ivan Galamian. Ha ricevuto la Medaglia dell’Arte, il Premio ‘Isaac Stern’ per l’eccellenza artistica, ed è stato nominato ‘Rolex Mentor and Protégé Arts Initiative’s’, primo strumentista ‘mentore’ nella disciplina musicale.
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Fondata da Riccardo Muti nel 2004, l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini ha assunto il nome di uno dei massimi compositori italiani di tutti i tempi attivo in ambito europeo per sottolineare, insieme ad una forte identità nazionale, la propria inclinazione ad una visione europea della musica e della cultura. L’Orchestra, che si pone come strumento privilegiato di congiunzione tra il mondo accademico e l’attività professionale, divide la propria sede tra la città di Piacenza e il Ravenna Festival, dove ogni anno si rinnova l’intensa esperienza della residenza estiva. La Cherubini è formata da giovani strumentisti, tutti sotto i trent’anni e provenienti da ogni regione italiana, selezionati attraverso centinaia di audizioni da una commissione costituita dalle prime parti di prestigiose orchestre europee e presieduta dallo stesso Muti. Secondo uno spirito che imprime
all’orchestra la dinamicità di un continuo rinnovamento, i musicisti restano in orchestra per un solo triennio, terminato il quale molti di loro hanno l’opportunità di trovare una propria collocazione nelle migliori orchestre.
“Dopo un’esperienza improntata alla gioia dell’imparare e scevra dai vizi della routine e della competitività – sottolinea Riccardo Muti – questi ragazzi porteranno con sé, eticamente e artisticamente, un modo nuovo di essere musicisti”. In questi anni l’orchestra, sotto la direzione di Riccardo Muti, si è cimentata con un repertorio che spazia dal barocco al Novecento alternando ai concerti in moltissime città italiane, importanti tournée in Europa nel corso delle quali è stata protagonista, tra gli altri, nei teatri di Vienna, Parigi, Mosca, Salisburgo, Colonia e San Pietroburgo. All’intensa attività con il suo fondatore la Cherubini ha affiancato moltissime collaborazioni con artisti quali Claudio Abbado, John Axelrod, Gérard Depardieu, Kevin Farrell, Patrick Fournillier, Herbie Hancock, Leonidas Kavakos, Lang Lang, Alexander Lonquich, Wayne Marshall, Kurt
Masur, Krzysztof Penderecki, Giovanni Sollima, Jurij Temirkanov e Alexander Toradze. Il debutto a Salisburgo, al Festival di Pentecoste, con Il ritorno di Don Calandrino di Cimarosa ha segnato nel 2007 la prima tappa di un progetto quinquennale che la prestigiosa rassegna austriaca, in coproduzione con Ravenna Festival, ha avviato con Riccardo Muti per la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio musicale del Settecento napoletano e di cui la Cherubini è protagonista in qualità di orchestra in residence. Alla trionfale accoglienza del pubblico viennese nella Sala d’Oro del Musikverein, ha fatto seguito, nel 2008, l’assegnazione alla
Cherubini del prestigioso Premio Abbiati quale miglior iniziativa musicale per “i notevoli risultati che ne hanno fatto un organico di eccellenza riconosciuto in Italia e all’estero”. La gestione dell’Orchestra è affi data alla Fondazione Cherubini costituita dalle municipalità di Piacenza e Ravenna e dalle Fondazioni Toscanini e Ravenna Manifestazioni. L’attività dell’orchestra è resa possibile grazie al sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il contributo di ARCUS “Arte Cultura Spettacolo”, Camera di Commercio di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Confindustria Piacenza e dell’Associazione “Amici dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini”.