Hospice \”La Casa di Iris\”, sì alla Fondazione

Piacenza. C’è l’ok delle commissioni 3 e 4, riunite ieri in seduta congiunta, alla costituzione di una Fondazione la cui principale finalità sarà quella di assicurare il necessario supporto finanziario alla Casa di Iris, l’hospice territoriale di Piacenza. Quattrini che serviranno in particolare per recuperare i fondi necessari a ripianare il debito contratto dall’Associazione Insieme per l’Hospice per il bando di realizzazione della struttura.

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Il via libera è giunto ieri pomeriggio in aula dove erano presenti l’assessore Anna Maria Fellegara con i dirigenti Vittoria Avanzi e Giuseppe Morsia. Il centrosinistra ha votato a favore insieme con l’Udc, mentre Pdl e Carlo Mazza si sono astenuti.

Il primo dicembre scorso il cda dell’Associazione Insieme per l’Hospice aveva deliberato di avviare l’iter necessario per costituire la Fondazione trovando anche l’adesione di tuttigli altri soci

fondatori: Provincia, Camera di commercio, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Confindustria, Unione commercianti, Confcooperative, Unione provinciale Artigiani e la Lega Italiana per la lotta contro i tumori. L’impegno finanziario ammonta a 365mila euro all’anno da conferire al gestore.

Con questo voto il Comune cede in proprietà  l’area dove si trova l’Hospice alla Madonnina (già gravata dal diritto di superficie, costituito per 99 anni a favore dell’Associazione Insieme per l’Hospice). L’associazione intanto resterà in vita, ma sarà più connotata dal punto di vista del volontariato. Nella sua relazione, la dirigente comunale Vittoria Avanza ha fatto presente come la Casa di Iris, inaugurata il 31 maggio scorso, «sta fornendo un ottimo supporto ai malati oncologici». Lo dimostrano i numeri del tasso di occupazione letti nei mesi di giugno 56%, luglio 90% e agosto 78%. 

«Attraverso la formale adesione alla Fondazione, il Comune può garantire la giusta collaborazione per fornire la dovuta risposta a un bisogno prioritario della collettività. Le perplessità manifestate dal centrodestra, come ha espresso il consigliere Giovanni Botti (Pdl), sono legate alla «poca chiarezza dello Statuto» sul patrimonio da conferire e sul destino del terreno della Madonnina che viene ceduto.