“Tuteliamo questo pezzo di storia piacentina”, è l’appello che Andrea Pollastri (PdL) fa presentando un’interrogazione a risposta immediata alla Giunta Regionale sullo stabile che un tempo ospitava l’Albergo San Marco. A Piacenza, tra via San Marco e via Cittadella, si trova un antico edificio un tempo sede del più elegante hotel della città.
Tra i suoi clienti più famosi i Principi ereditari di Russia Paolo Petrovich e Dorotea di Wurtemberg, che vi si recarono il 14 aprile 1782, e Giuseppe Verdi, che vi aveva un vero e proprio appartamentino che usava durante i suoi viaggi a Milano e come luogo di incontri di lavoro.
Proprio all’epoca di Verdi l’albergo toccò l’apice del suo splendore e venne dotato di alcuni elementi architettonici in stile “Liberty” di notevole pregio, quali lo scalone interno ed una pensilina esterna.
Nel Novecento, invece, seguì il declino: acquisito dal Comune di Piacenza, che lo adibì ad Ufficio di Igiene, ospitò in seguito il Comando dei Vigili Urbani, fu poi passato all’ASL, che ne detiene tuttora la proprietà.
Oggi giace abbandonato e in stato di degrado: si segnalano gravi problemi strutturali, in particolare uno squarcio nel tetto, che rischiano di comprometterne irrimediabilmente la stabilità e anche la pensilina, alla mercé delle intemperie, necessiterebbe di essere salvaguardata.
“Questa situazione – spiega Pollastri – è ben nota al Direttore Generale Bianchi, a cui è stata fatta presente da una delegazione di intellettuali piacentini, tra cui Stefano Pareti, Sergio Buonocore, Francesco Bussi, Carla Fontanelli, Carletto Lorenzi, Marcello Spigaroli, Domenico Ferrari Cesena e William Xerra, ma ad oggi non si è provveduto a nessuna azione pratica.”
Vita l’impossibilità per l’ASL di intervenire direttamente, si è deciso di vendere il palazzo: la prima asta, però, è andata deserta e ne è stata annunciata una seconda sino ad ora non realizzata.
“Chiedo alla Regione – ha detto il Consigliere – quali siano le ragioni del mancato successo della prima asta e a che punto sia la predisposizione della seconda, soprattutto in cosa si differenzierà dalla prima.”
“Intendo conoscere – ha chiosato – se, nell’ambito delle celebrazioni del Bicentenario Verdiano, si intenda favorire il recupero e al valorizzazione dell’edificio, con particolare riguardo agli elementi “Liberty” ed all’appartamento abitato da Giuseppe Verdi, o quantomeno se si vogliano realizzare i due interventi più urgenti, ossia la sistemazione del tetto e la messa a dimora della pensilina “Liberty”, per preservarla dalle intemperie.”