“La risposta della Regione mi ha soddisfatto”. Il consigliere regionale del Pdl Andrea Pollastri è così intervenuto sulla risposta data dall’assessore alle politiche sociali Teresa Marzocchi sui temi dei fondi e dei progetti per le carceri da lui sollevato. Pollastri aveva infatti chiesto, tramite un’interpellanza alla Giunta regionale, quali fossero i piani in corso e quale sostenibilità finanziaria avessero, sia per le strutture detentive che per il reinserimento dei detenuti. In entrambi i casi, secondo il consigliere piacentino, la regione Emilia Romagna ha soddisfatto le richieste.
DI SEGUITO LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE TERESA MARZOCCHI:
Egregio Consigliere, per rispondere in modo esaustivo all’interpellanza da lei presentata, le confermo che, per l’anno 2011, le risorse destinate dalle politiche sociali ai Comuni sede di carcere restano invariate, e cioè:
• 245.000 euro per “Interventi rivolti alle persone sottoposte a limitazioni della libertà personale, promossi dai Comuni sede di carcere” (DGR 2288/2010).
Il programma prevede prioritariamente lo sviluppo e consolidamento delle attività degli sportelli informativi per detenute/i attualmente operanti in tutti gli istituti penitenziari della regione Emilia-Romagna, a garanzia di continuità con gli anni precedenti. Lo sviluppo ed il consolidamento delle attività dovranno realizzarsi anche attraverso una maggiore integrazione sia con le esperienze ed i progetti di integrazione sociale (ex D.Lgs.
286/98), in particolare con la rete degli “Sportelli e/o Centri informativi”, realizzati dai Comuni sul territorio della Regione, sia con i percorsi sperimentali avviati per la costruzione degli Sportelli Sociali (art. 7 L.R.2/2003). Il consolidamento delle attività degli sportelli attraverso le attività di mediazione interculturale è necessario per far fronte alle problematiche relative alla forte presenza di detenuti/e stranieri (che superano il 50% ). Sarà favorita la collaborazione con tutte le realtà operanti all’interno delle strutture penitenziarie (associazioni di volontariato e altre).
Inoltre:
– Reinserimento sociale, accoglienza e accompagnamento sociale e lavorativo delle persone coinvolte in area penale, di condannati in esecuzione penale sia esterna che interna e di soggetti che abbiano terminato di scontare la pena da non più di 6 mesi, residenti nel territorio provinciale.
– Azioni rivolte ad incrementare e facilitare l’esecuzione penale esterna al carcere o alternativa alla pena definitiva: orientamento al lavoro, inserimento lavorativo, attività di miglioramento degli aspetti relazionali dentro gli istituti penitenziari, attività culturali e sportive, biblioteche e centri di documentazione. Sarà favorita la collaborazione con tutte le realtà operanti all’interno delle strutture penitenziarie (associazioni di volontariato e altre).
Tutte le azioni si svolgeranno con particolare attenzione alle donne detenute ed ai loro figli minori nonché favorendo la relazione fra i figli ed il genitore detenuto.
• 100.000 euro quale finanziamento della legge regionale n.3 del 19 febbraio
2008 “Disposizioni per la tutela delle persone ristrette negli istituti penitenziari della regione Emilia-Romagna” (DGR 2222/2010) per lo sviluppo di interventi volti al reinserimento sociale, accoglienza e accompagnamento sociale e lavorativo delle persone coinvolte in area penale, di condannati in esecuzione penale sia esterna che interna e di soggetti che abbiano terminato di scontare la pena da non più di 6 mesi, residenti nel territorio provinciale. Alla realizzazione degli interventi previsti provvederanno i Comuni sede di carcere per il relativo territorio provinciale, in accordo con l’UEPE (ufficio esecuzione penale esterna).
In relazione a progetti e richieste di finanziamento, si evidenzia il Progetto ACERO, attraverso il quale, in collaborazione con il PRAP dell’Emilia-Romagna, si chiede contributo alla Cassa Ammende per costruire percorsi individuali per soggetti in esecuzione di pena, attraverso tirocini lavorativi e progetti di accoglienza presso strutture collettive.
Per quanto attiene l’assistenza sanitaria, il passaggio delle competenze dalla medicina penitenziaria al Servizio sanitario regionale, avvenuto nel 2008, ha affidato alle AUSL il mandato di assicurare alle persone detenute tutte le prestazioni di tipo sanitario necessarie. Il Programma regionale salute nelle carceri, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 2 /2010, delinea le aree di intervento delle AUSL negli istituti penitenziari (assistenza primaria, attività infermieristica, sanità pubblica, assistenza specialistica, odontoiatria, infettivologia,assistenza alle persone affette da dipendenza patologica o da disturbi psichiatrici, tutela della salute della donna, trattamento dei minori, trattamento degli immigrati, ecc.). Il trasferimento di risorse dallo Stato per questa attività è stato, per il 2010, di euro 10.700.000 a fronte di una spesa sostenuta di circa euro 19,000.000.
F.to Teresa Marzocchi