In principio furono 38 le amministrazioni provinciali destinate a sparire. Poi il ministro del Welfare alzò l’asticella a 44. Qualche giorno dopo fu corretto il tiro a 28. Oggi, con la maggioranza che sta trattando i correttivi della manovra di Ferragosto, il destino delle Province è ancora tutto da scrivere. Tra le Province “candidate” alla cancellazione c’è anche Piacenza con i suoi 289mila abitanti.
Se ne era già parlato a maggio 2010 ma questa volta il Governo sembra davvero intenzionato a fare sul serio. Secondo quanto annunciato nelle linee guida dalla manovra economica straordinaria imposta dell’instabilità finanziaria internazionale fra le misure di taglio della spesa pubblica è stata inserita la soppressione delle province con un numero di abitanti inferiore a 300.000 e l’accorpamento dei comuni sotto i 1000 abitanti.
Ma quanto si risparmierà sopprimendo una Provincia come la nostra? A quanto ammontano gli odiatissimi costi della politica del nostro ente provinciale? Quanto costa, insomma, la “casta” che alberga in via Garibaldi? La risposta potrebbe anche non soddisfare troppo chi fa dell’antipolitica una bandiera. Non più di 500mila euro, per l’esattezza 496.278, 18 euro, dato calcolato nel 2010. E’ questa la cifra che lo Stato risparmierebbe se un domani si dovesse fare a meno del presidente Massimo Trespidi, della sua giunta e dei consiglieri provinciali. Si tratta di una cifra calcolata al netto delle cosiddette spese di rappresentanza (cioé gli esborsi legati al mandato degli eletti nell’ente), ma che comunque andrebbero a incidere lievemente sul totale. Gli organi istituzionali sono infatti il presidente, la giunta e il Consiglio provinciale.