Proposta di trasferimento ai facchini Tnt: \”Resta comunque l\’illegalità\”

DOMENICA SERA – Continua la protesta dei lavoratori magrebini della Tnt di Piacenza. Oggi si tenuto il terzo giorno di blocco dei cancelli, che non permette neppure ai camionisti che giovedì erano in azienda di uscire per tornare al lavoro. 30 gli autisti che si trovano bloccati all’interno che, nonostante il disagio di dormire sul mezzo da 72 ore, sostengono la causa dei facchini in protesta. In serata ha fatto visita ai cancelli il capo di gabinetto della questura di Piacenza Aida Galluccio la quale, preso contatto con i rappresentanti dei Cobas ha offerto ai lavoratori che la questura si far garante con l’azienda per permettere il loro reintegro, anche in altri stabilimenti. L’offerta stata comunque rifiutata, in particolare su pressione degli stessi lavoratori perché, a loro dire, non gli assicurerebbe le giuste garanzie. “Vogliamo vedere il contratto firmato e che risponda alle caratteristiche scritte nel contratto nazionale” questo il concetto ribadito dai portavoce dei lavoratori. Nel frattempo si susseguono le voci di nuove offerte, subito smentite. Non sono mancati anche “agenti di disturbo”, cioè altri lavoratori della cooperativa Gesco che, secondo i manifestanti, avrebbero cercato di creare scompiglio tra coloro che manifestano. La calma è comunque stata riportata dagli stessi lavoratori che sono tornati a presidiare i cancelli della Tnt.

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PROPOSTA CONTROVERSA DELLA QUESTURA DI PIACENZA – Altro confronto tra il rappresentante dei Cobas dei lavoratori ed il capo di gabinetto Aida Galluccio durante il quale stata ribadita l’offerta a smettere il presidio e accettare il trasferimento in altro stabilimento gestito dalla Gesco. Alla Galluccio stato fatto notare che, nonostante il trasferimento di questi 150 lavoratori l’illegalità dei contratti rimarrebbe. Gli stato chiesto inoltre perché la questura non intervenga, non tanto sui contratti, quanto sul rispetto della legalità. La Galluccio si irrigidita, non ha risposto ed ha fatto sapere che non rilascerà altre dichiarazioni.