Nel giorno dell’ultimatum di Umberto Bossi al premier Silvio Berlusconi e al ministro Giulio Tremonti, sotto il palco di Pontida c’erano anche duecento, e oltre, piacentini, qualcuno partito già venerdì pomeriggio per assistere in prima fila al discorso del leader del Carroccio. Un’organizzazione imponente (500 i volontari) per questa 21esima edizione di Pontida, luogo storico per il Carrccio, legato alla rievocazione del giuramento dei Comuni lombardi (Piacenza fu tra le prime ad aderire) che nel 1167 diedero vita all’alleanza che li portò, nove anni dopo, ad avere la meglio sull’esercito germanico del Barbarossa, sotto la guida del leggendario Alberto da Giussano, la cui statua campeggiava, come da tradizione, ai lati del palco leghista. Ma al valore storico quest’anno più che mai si sommava l’attesa per il discorso di Bossi, che ha dettato le condizioni al futuro del Governo. Condizioni declinate in uno scadenzario preciso presentato all’Esecutivo che comprende, tra le altre cose: riforma e diminuzione della pressione fiscale, meno margini di manovra ad Equitalia, riforma del patto di stabilità, stop alla guerra in Libia, ministeri al Nord, riduzione degli sprechi, meno parlamentari e senato federale su modello della “vecchia devolution”. “Berlusconi non dia nulla per scontato, la Lega può benissimo andare da sola” ha avvertito Bossi. Ad ascoltare l’intervento del capo leghista anche i dirigenti del movimento, con il segretario provinciale Pietro Pisani e il legato provinciale Giovanni Torri in testa e i principali eletti: il deputato Massimo Polledri, il consigliere regionale Stefano Cavalli, il vicepresidente della Provincia Maurizio Parma e il presidente del consiglio Roberto Pasquali, i tre sindaci “in verde” del territorio, Marco Rossi (Bobbio), Ivano Rocchetta (Castellarquato) e Manuel Ghilardelli (Ziano).
“Il discorso di Bossi è l’ennesima dimostrazione che il nostro leader ha dato della vicinanza della Lega alle istanze della gente. Ciò che la Lega pretende da questo Governo è ciò che chiede la gente – ha commentato Pisani al termine dell’intervento del segretario federale leghista -. Il Carroccio, lo stiamo dimostrando, è un movimento di popolo, nè di destra, nè di sinistra, a cui interessa risolvere i problemi, al di là dell’ideologia. Bossi sta spronando l’Esecutivo a scelte decise e convinte nella direzione della riduzione del peso del fisco, che strozza famiglie e lavoratori, delle piccole e medie imprese, del riconoscimento del merito dei Comuni virtuosi che sono per lo più al Nord e che oggi sono penalizzati da un patto di stabilità che blocca miliardi di avanzi di bilancio. La battaglia per portare i dicasteri al Nord la battaglia per avvicinare i centri decisionali al cuore del tessuto produttivo nazionale, vicino alle esigenze di lavoratori, famiglie e Pmi”.