Lettera aperta di Cgil ai candidati sindaci

In occasione delle Elezioni Amministrative 2011, che in provincia di Piacenza, vedono il coinvolgimento di 7 Comuni, la CGIL intende sottoporre ai candidati alla carica di Sindaco, le seguenti considerazioni e richieste, al fine di costruire le condizioni per migliorare la qualità della vita delle persone che risiedono sul nostro territorio.

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In particolare di fronte alla crisi che non si arresta e a manovre finanziarie governative che hanno colpito duramente i cittadini, soprattutto a reddito fisso, nonché gli Enti Locali che fanno sempre più fatica a garantire l’erogazione di servizi indispensabili ai cittadini e un adeguato livello di investimenti, occorre una più decisa azione riformatrice tesa a rendere equa la distribuzione dei sacrifici e delle risorse; parallelamente è fondamentale che lo stesso sistema delle Autonomie locali si assuma precise responsabilità in ordine alle priorità di Bilancio che una simile situazione richiede.

 

Per contrastare la crisi il Sindacato ha scelto la strada della coesione, della solidarietà, dell’affermazione dei diritti sociali e della salute; diritti rivolti a tutti i cittadini, senza discriminazione alcuna.

 

E’ con questa premessa che intendiamo, come CGIL, rivolgere ai candidati alla carica di Sindaco alcune domande su alcuni temi specifici, le cui risposte vorremmo confrontarle in occasione di incontri nei due Distretti che intendiamo programmare quanto prima.

 

I temi sui quali vorremmo capire la posizione di chi si candidati ad amministrare le comunità di Cadeo, Cortemaggiore, Fiorenzuola, Gropparello (Distretto di Levante) ed Agazzano, Borgonovo Val Tidone e Rottofreno (Distretto di Ponente) sono quelli dello:

 

a)   SVILUPPO

b)   LAVORO

c)   WELFARE / SERVIZI

d)   FEDERALISMO / TRIBUTI LOCALI.

 

 

a)  SVILUPPO

Occorre recuperare l’importanza del ruolo del settore manifatturiero che rappresenta anche occasione di sviluppo dei servizi, insieme a quello di settori tipicamente capaci di integrazione come il turismo e l’agricoltura, definendo quella che in futuro dovrà essere la vocazione territoriale principale. E’ necessaria una riflessione seria, di pari passo con l’adozione di misura da parte di tutti i soggetti pubblici e privati, sul tema della capacità di attrazione di investimenti sul territorio, oggi molto ridotta, e della concezione stessa dello sviluppo, per favorire un aumento di opportunità lavorative, di professionalità, di conoscenza e competenza del territorio.

 

A tale riguardo occorre favorire la ricerca e la formazione professionale per promuovere, accrescere la qualità delle condizioni e delle prestazioni di lavoro e per aiutare la ricollocazione di persone espulse o a rischio di esplusione dal mercato del lavoro a seguito della crisi.

 

 

b) LAVORO

La disoccupazione, dice l’Istat, sale ancora e raggiunge l’8,3%; se si guarda ai giovani, però, l’indice arriva a circa il 30%; un italiano su tre, nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni è senza lavoro e gran parte di chi lavora è precario e senza diritti.

 

Pur nella consapevolezza che sono necessarie, in primo luogo, scelte di politica nazionale e che la possibilità di intervento degli Enti Locali sono limitate e fortemente condizionate dalla esiguità e dall’incertezza delle risorse economiche disponibili, è necessario non lasciare nulla di intentato, anche da parte degli attori locali, per contenere gli effetti della crisi avviando rapidamente azioni di sviluppo e di sostegno alle attività produttive (partendo da quello che c’è già), riattivando dinamiche positive di produzione e di posti di lavoro.

 

Tale circostanza impone, però, anche l’attuazione di politiche che sappiano limitare le conseguenze sociali della crisi, confermando ancora tutte le azioni positive messe in atto, in questi ultimi due anni, di sostegno ai lavoratori colpiti dalla crisi (sostegno al reddito, ammortizzatori sociali anche in deroga, politiche attive); occorre, pertanto, proseguire nel percorso intrapreso dal Distretto di Piacenza e di quelli di Ponente e di Levante, oltre che da diversi Comuni, attraverso la costituzione di Fondi per il Disagio Sociale rivolti alle famiglie con lavoratori in mobilità o in CIG e in difficoltà a causa della crisi.

 

 

c)  WELFARE / SERVIZI

La CGIL insieme a CISL e UIL ha assunto come orientamento politico la centralità del territorio e del Distretto come asse strategico della propria iniziativa, per realizzare una vera integrazione socio-sanitaria. Centralità del sistema territoriale – distrettuale inteso come luogo nel quale si intercettano i bisogni, si interpreta la domanda di assistenza, si individuano le fonti del disagio, si incontrano la programmazione sociale e quella sanitaria affermando compiutamente il diritto alla salute e al benessere.

 

A tale riguardo e, in particolare, nell’attuale situazione di crisi le politiche del welfare locale devono, sempre più, essere fra i settori in cui si concentrano gli investimenti, perché la spesa sociale e sanitaria, contribuisce alla crescita del PIL, è un investimento pregiato oltre ad un importante volano di sviluppo.

 

La difesa dei redditi da lavoro e da pensione, l’estensione e la qualità dei servizi socio-sanitari e dei servizi pubblici locali (trasporto, ambiente, acqua, energia…), rappresentano una condizioni irrinunciabile per garantire la tutela dei cittadini.

 

Pur nel contesto del difficile momento soio-economico, il Sindacato piacentino in questi ultimi anni ha sviluppato un livello di confronto più che apprezzabile con le Amministrazioni Comunali, partendo da quelle capo-fila dei Distretti e con la Provincia, che ha determinato, per la prima volta nel 2010, la definizione di Protocolli d’Intesa con tutti i Comuni della nostra realtà territoriale.

 

Si chiede pertanto di confermare questa impostazione di coinvolgimento attivo delle forze sociali attraverso la contrattazione territoriale, mettendo in atto un percorso davvero partecipato con le OO.SS., con incontri e informazioni preventive alla predisposizione dei Bilanci.

 

Le Amministrazioni Comunali, in particolare quelle che vengono rinnovate con il voto del 15 e 16 maggio, devono pertanto impegnarsi a salvaguardare e riqualificare il welfare locale, i servizi sociali ed educativi sul territorio, con una forte attenzione al contenimento delle tariffe e delle rette dei servizi, governando il processo di accreditamento in corso affinchè non determini aumenti insostenibili per le famiglie, ma più qualità dei servizi e miglioramento delle condizioni di lavoro per gli operatori.

 

Occorre altresì un piano finalizzato all’accoglienza dei profughi e alla piena integrazione degli immigrati, che affronti anche il tema dei “minori”, ridisegnando il sistema delle accoglienze, valorizzando l’attività di mediazione interculturale.

 

Così come è necessario assegnare priorità al problema “casa” con l’aumento dell’offerta di alloggi a canone sociale ed agevolato, con un aumento del “contributo affitti” e con l’adesione di tutte le amministrazioni all’Agenzia per l’Affitto.

 

d) FEDERALISMO / TRIBUTI LOCALI

In attesa che venga applicata l’Imposta Unica Municipale nel 2014 (che non sarà risolutiva dei problemi), la situazione di Bilancio degli Enti Locali si preannuncia come difficilissima, per cui occorre mettere in atto tutti quegli strumenti finalizzati ad una maggior economicità ed una migliore efficienza delle strutture che erogano servizi ai cittadini, attraverso: Unioni dei Comuni, lotta all’evasione ed elusione fiscale (convenzione con l’Agenzia delle Entrate), ripensando anche il sistema di compartecipazione al costo dei servizi, attraverso applicazione su larga scala dello strumento dell’ISEE.

 

In relazione al tema della fiscalità locale è indispensabile che la pressione fiscale, in particolare l’addizionale Irpef, gravi in misura progressiva sui redditi, con soglie di esenzione più elevate di quelle attuali.

 

Con riferimento al controllo dei prezzi occorre definire panieri a prezzi convenienti e sviluppare alcune iniziative a sostegno del potere d’acquisto dei pensionati e dei lavoratori (recupero dello spreco utile, mercati con vendita diretta, gruppi di acquisto collettivi…).

 

Infine si ritiene utile un richiamo ad un equo e sostenibile utilizzo del territorio attraverso l’adozione dei P.S.C. secondo le indicazioni della legge Regionale n. 20, che introduce strumenti, percorsi e principi di sostenibilità attraverso valutazioni preventive (viabilità, infrastrutture, servizi, ambiente…) alle scelte urbanistiche, che dovranno essere in sintonia con il modello di sviluppo che si vorrà realizzare, attuando idonei percorsi di partecipazione con le forse sociali presenti in quel territorio.

 

Su questi contenuti, richieste e proposte, in gran parte patrimonio comune del Sindacato piacentino, chiediamo ai candidati alla carica di Sindaco di esprimersi.