Le scarpe: memoria collettiva ed individuale

La scarpa come parabola poetica dell’esperienza vissuta e della memoria collettiva ed individuale; come oggetto quotidiano, personale e familiare che ogni giorno raccoglie la storia dei nostri passi e ci accompagna per le strade del mondo. Lo racconta lo spettacolo “Scarpe” che Associazione Sosta Palmizi e Collettivo 320Chili mettono in scena per le scuole al Teatro Comunale Filodrammatici di Piacenza giovedì 24 e venerdì 25 marzo 2011, sempre alle ore 10.

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Le rappresentazioni sono inserite nella Rassegna “Salt’in Banco” organizzata da Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione con Fondazione Teatri, Comune di Piacenza – Assessorato alla Cultura e Provincia di Piacenza – Assessorato al Sistema Scolastico e della Formazione.

Lo spettacolo nasce dall’incontro tra il coreografo Giorgio Rossi e la compagnia di circo contemporaneo 320Chili; un maestro della danza italiana ed un giovane collettivo torinese di Nouveau Cirque, vincitori del Premio Equilibrio 2010, si mettono in gioco e a confronto; ne nasce un linguaggio artistico leggero, che sdrammatizza le tecniche circensi e porta su un piano teatrale la spettacolarità delle acrobazie.

Al termine delle rappresentazioni di “Scarpe” sul palcoscenico si terrà un “Laboratorio di movimento creativo e acrobatico (per gioco)” curato da Giorgio Rossi con Elena Burani, Fabio Nicolini e Francesco Sgrò, i protagonisti dello spettacolo. Coinvolte nel Laboratorio due classi della Primaria “Giordani” di Piacenza: giovedì 24 la classe 2B, venerdì 25 marzo la classe 4C.

“Scarpe” non racconta una storia nel senso canonico, inizio, svolgimento e fine, ma dispiega, come un ventaglio, un susseguirsi d’immagini che partono dai piedi e conducono la fantasia in un mondo surreale in cui quattro personaggi giocano insieme, trasformando le scarpe in oggetti quasi animati che attraversano la scena, dondolano allegri, girano i tacchi e se ne vanno, corrono a perdifiato, volano, danzano e trascinano con sé i protagonisti.

Tra le scene s’inseriscono brevi poesie recitate da Giorgio Rossi che accompagnano alcune immagini ed ogni musica è stata scelta dopo una lunga ricerca per affinità tematica al contenuto dello spettacolo.

A partire dal bisogno dei bambini di manifestare l’immaginazione e la fantasia, Giorgio Rossi li invita ad esercitare la propria creatività e manipolare strumenti semplici, d’abitudine per trasformarli in altro (fondali marini, costellazioni, etc), perché nessuno meglio dei bambini può credere ad una favola di scarpe, strabuzzare gli occhi e capire cosa raccontano.