La ricorrenza dell’8 marzo ci stimola ad una riflessione sulla condizione femminile nella nostra Regione e nel nostro territorio di Piacenza. Nel sistema di servizi che l’Emilia Romagna ha costruito per porre al centro le persone e i loro bisogni, ed in particolare quelli delle donne, un ruolo fondamentale è svolto dai consultori familiari, che questi anni hanno ampliato le loro funzioni: oltre a quelle legate alla salute della donna, alla sessualità e la procreazione, verso una progressiva integrazione con i servizi sociali.
Un dato su tutti emerge: le interruzioni volontarie di gravidanza sono progressivamente diminuite in Emilia Romagna, passando da un tassodi abortività (numero di aborti per 1000 donne in età fertile) del 21,8 per mille del 1980, al 9,2 per mille del 2009. A Piacenza, il tasso di abortività complessivo nel 2009 è inferiore alla media regionale, e pari all’8,4 per mille.
In questo quadro, vale la pena ricordare anche l’importanza che hanno avuto ed hanno i consultori nella diagnosi precoce dei tumori femminili, in modo particolare attraverso la chiamata attiva allo screening per la diagnosi precoce del tumore della cervice uterina (pap test). Ciò ha consentito di estendere il diritto alla tutela della maternità ben oltre la nascita, nel sostegno alla genitorialità e all’educazione dei figli.
Insieme a gruppo consiliare del Partito Democratico sto lavorando ad una risoluzione sui consultori familiari per difendere quanto realizzato sinora, ma anche per rilanciarne il ruolo. Sono passati oltre 30 anni dalla nascita dei primi consultori e la legge 194 ha circa la stessa età: la loro introduzione fu accompagnata da una straordinaria partecipazione delle donne che seppero caratterizzare fortemente questi servizi a tutela della salute femminile, ma anche nell’accessibilità e nell’innovazione. Oggi innovare i consultori significa qualificare l’integrazione socio-sanitaria e per farlo occorre anche verificare l’adeguatezza degli spazi, delle attrezzature, delle caratteristiche di accessibilità. Per questo, fra le proposte che il Partito Democratico intende portare all’attenzione della giunta regionale, c’è anche quella di inserire i consultori nelle “Case della salute” insieme agli altri servizi territoriali. Grazie all’integrazione fra servizi sociali, centri per le famiglie e consultori sarà possibile migliorare una serie di azioni efficaci per sostenere la maternità e la genitorialità. Solo in questo modo è possibile rimuovere gli ostacoli che si frappongono alle scelte di procreazione e consentire ai giovani di impegnarsi nella costruzione delle loro scelte di vita.