Bologna – L’obiettivo è la prevenzione dell’infiltrazione e del radicamento mafioso in regione. Gli strumenti comprendono un osservatorio permanente sul fenomeno criminale; la collaborazione con le forze dell’ordine, il mondo della scuola e il volontariato; un nuovo meccanismo per permettere ai Comuni di utilizzare al meglio i beni confiscati alla mafia; nessun bene risulta per ora confiscato nella provincia di Piacenza.
La Giunta regionale ha approvato ieri un progetto di legge per l'”attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”.
Il testo, che ora sarà discusso dall’Assemblea legislativa, si presenta come una sorta di “scatola di attrezzi” – pensata insieme a enti locali, associazioni impegnate nel settore, Prefetture e magistratura – cui attingere per promuovere una serie interventi di prevenzione e contrasto. Attraverso un articolato sistema di accordi e intese la Regione condividerà con i Comuni, le associazioni di categoria e del sociale e il mondo scolastico, progetti di intervento preventivo finalizzati alla sensibilizzazione, comunicazione, “sollecitazione delle conoscenze” e formazione.
Il progetto di legge nasce da un’ampia opera di consultazione sia istituzionale che delle parti sociali – associazioni di categoria, sindacati ed altre espressioni del mondo economico regionale – e porta a unità le diverse politiche regionali che danno un contributo alle finalità della legge:dalle politiche per la sicurezza a quelle scolastiche e sociali, dalla formazione alle politiche giovanili. Il testo affiancherà la nuova legge per la disciplina degli appalti pubblici (legge regionale 11/2010) che semplifica le normative del settore riducendo le pratiche cartacee e l’uso indiscriminato del massimo ribasso d’asta negli appalti, aumenta i controlli nei cantieri anche con l’utilizzo di tecnologie informatiche per segnalare appalti nei quali possano annidarsi fenomeni di infiltrazione mafiosa, lavoro irregolare e usura.
Tra le novità del nuovo progetto di legge, ci sono anche l’istituzione il 21 marzo di ogni anno della “giornata regionale in ricordo delle vittime delle mafie e per la promozione della cittadinanza responsabile” e l’adesione della Regione all’associazione Avviso Pubblico, una rete nazionale di enti locali che da anni lavora in questo campo.
I beni confiscati
Con il progetto di legge si punta alla prevenzione ma anche ad intervenire sui danni che l’infiltrazione della criminalità mafiosa ha già prodotto nel territorio regionale, attraverso il sostegno ai Comuni che hanno in gestione beni confiscati alla mafia.
Ad oggi sono stati 31 i beni (tra appartamenti, poderi, capannoni e zone rurali) sequestrati alla criminalità organizzata e mafiosa in Emilia-Romagna. Per facilitare il recupero ad uso sociale di tali beni da parte dei Comuni, la Regione attiverà uno sportello per fornire assistenza e informazioni e saranno erogati contributi per cofinanziare gli interventi di restauro, risanamento e riutilizzo.
La prevenzione dell’usura e delle altre fattispecie criminose
Per quanto riguarda i fenomeni connessi all’usura, la Regione promuoverà azioni di tipo educativo e culturale per favorire l’emersione, anche in collaborazione con le istituzioni e le associazioni economiche e sociali presenti nel territorio regionale. Stessa attenzione sarà data a interventi per prevenire le situazioni di disagio e dipendenza connesse ad attività criminose.
L’osservatorio regionale
Un altro aspetto importante del progetto di legge è la costituzione di un Osservatorio regionale, interno all’amministrazione (specificamente al Servizio politiche per la sicurezza), in cui si raccoglieranno in maniera sistematica dati ed elementi di conoscenza sull’infiltrazione mafiosa in regione per renderli disponibili alle altre istituzioni e alla comunità regionale.
Gli interventi nelle scuole
La legge prevede il sostegno a interventi nelle scuole e università, per la realizzazione di attività di qualificazione e aggiornamento del personale della scuola; per la valorizzazione di tesi di laurea sul tema della criminalità organizzata; per la promozione di iniziative finalizzate allo sviluppo della coscienza civile, costituzionale e democratica, alla lotta contro la cultura mafiosa, alla diffusione della cultura della legalità.
La formazione delle forze di polizia locale e il sostegno alle vittime
Il progetto di legge della Giunta interviene, infine, sul rafforzamento della formazione per la polizia locale, sulla cooperazione tra le diverse forze di polizia e sul sostegno alle vittime di reato attraverso la Fondazione per le vittime di reato.
L’ ATTIVITA’ PER IL CONTRASTO E LA PREVENZIONE DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA E MAFIOSA
La conoscenza del fenomeno in Emilia-Romagna
Dal 1995 ad oggi la Regione – con il Servizio Politiche per la sicurezza e la polizia locale – ha condotto attività di ricerca sul fenomeno, con particolare attenzione ad alcune aree della regione in cui si manifestavano segnali più forti di infiltrazione mafiosa nell’economia illegale.
L’obiettivo era quello di avere un quadro dettagliato della presenza in Emilia-Romagna, le modalità di inserimento nelle attività economiche locali e dei punti di debolezza del sistema.
La presidenza della Regione ha portato avanti questo indirizzo di ricerca in accordo con diversi Comuni: nel 1999 con Modena, Reggio Emilia e Sassuolo, nel 2001 con Ferrara, Forlì, Ravenna e Rimini.
Per fronteggiare fenomeni di delinquenza e illegalità presenti da alcuni anni in forme inedite a Reggio Emilia, il Comune – con il sostegno della Regione Emilia-Romagna – ha inoltre realizzato una ricerca dedicata a fenomeni di illegalità connessi allo sviluppo economico, in particolare nel mondo del lavoro e nel settore dell’edilizia, curata da Enzo Ciconte. Lo stesso Comune di Reggio Emilia ha recentemente dato vita ad un osservatorio permanente con il compito di continuare a studiare il fenomeno e proporre strategie di intervento.
I bandi per la sicurezza
Nel 2010, con il bando per i contributi a Enti locali associazioni ed organizzazioni di volontariato che operano nel campo della sicurezza, sono stati finanziati – con 460 mila euro – 9 progetti (sui 25 complessivi) per prevenire l’infiltrazione della criminalità di stampo mafioso nei territori locali e per il contrasto non repressivo di tale fenomeno.
In particolare gli interventi oggetto di cofinanziamento riguardano iniziative di ricerca, documentazione e sensibilizzazione delle comunità locali e dei giovani nella scuola rispetto al fenomeno; interventi volti alla costruzione e al sostegno di reti tra le istituzioni pubbliche per lo scambio di informazioni e il contrasto al fenomeno; progetti per valorizzare il ruolo delle polizie locali nella prevenzione.
La nuova legge sugli appalti
A fine novembre 2010 la Regione si è dotata di una nuova disciplina degli appalti che, tra l’altro, consente di realizzare un sistema per rilevare immediatamente eventuali anomalie. La legge regionale 11 del 2010 (Disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata) consente un nuovo salto di qualità nella lotta alle infiltrazione malavitose anche nel settore dell’edilizia e delle costruzioni.
La normativa punta a valorizzare le imprese virtuose (rimuovendo comportamenti illegali che alterano il mercato e la libera concorrenza), a semplificare le norme del settore riducendo le pratiche cartacee e l’uso indiscriminato del massimo ribasso d’asta negli appalti e, inoltre, ad aumentare i controlli nei cantieri anche con l’utilizzo di tecnologie informatiche per segnalare appalti nei quali possano annidarsi fenomeni di infiltrazione mafiosa, lavoro irregolare e usura.
La legge consente, inoltre, di dare vita a un elenco di merito delle imprese (white list), con un meccanismo che sarà condiviso con le parti sociali attraverso la Consulta regionale del settore edile e delle costruzioni e la cui delibera è in fase di approvazione.